ItaliaOggi, 21 settembre 2021
Periscopio
Siamo alla vigilia di un terremoto politico. Alle elezioni del 2023 mi aspetto una marmellata da cui potranno uscire maggioranze multicolor. È la conseguenza della fine dei partiti. Pierluigi Battista, scrittore. “La casa di Roma” (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Da un decennio lavoro al Giornale dove mi occupo di politica italiana ma, quando riesco, anche di cose serie. Paolo Bracalini, blog.
Qualcuno dice che se Andrea Scanzi dovesse parlare solo di ciò che sa, dovrebbe stare sempre zitto. Ma sono cattiverie. Luigi Mascheroni. Il Giornale.
Il partito dello streaming e della trasparenza potrebbe fare una cosa molto semplice: pubblicare il carteggio Grillo-Conte, così da evitare che fioriscano leggende metropolitane. Sarebbe una lettura preziosa, anche solo per capire che cosa frulla in testa ai massimi dirigenti del partito più sensibile alle poltrone della storia repubblicana. Nemmeno il Psdi di Nicolazzi era sensibile agli incarichi di sottogoverno quanto il Movimento Cinque Stelle di Conte. Matteo Renzi (Laura Cesaretti), il Giornale.
L’altro giorno sono stato per lavoro a Vinadio. Le terme che furono dei re di Sardegna e d’Italia sono chiuse. Il traforo del Tenda è chiuso: la strada nuova non è ancora pronta, quella vecchia è franata nella disastrosa alluvione della Val Vermenagna, i cui danni sono ancora quasi tutti da riparare. La Asti-Cuneo è la Salerno-Reggio Calabria del Nord: cantieri decennali, lavori iniziati e mai ultimati. Sull’autostrada tra Cuneo e Torino si viaggia senza quasi potersi fermare: ricordavo un autogrill che però ha chiuso. Aldo Cazzullo, Corsera.
Con l’articolo di Tom Wolfe era nata la formula “radical chic”. Ora poteva viaggiare per il mondo, declinata secondo le usanze e i parametri sociale del luogo. In Francia ad esempio i radical chic saranno la “gauche caviar”, cioè sinistra che mangia caviale (mica come quei burini di americani che credono sia elegante mangiare le tartine al Roquefort, che in Francia te le tirano dietro). In Gran Bretagna saranno “Champagne socialists”, quindi socialisti allo champagne, fighetteria insopportabile rispetto alle pinte di birra scura ingollate dalla working class. Paese che vai, raffinatezze radical-chic che trovi: in Brasile il concetto verrà espresso con la formula “Esquerda Ballantine”, sinistra al Ballantine, whiskey che per noi è dozzinale ma che a Rio evidentemente era considerato molto “cool” e nordamericano. Maurizio Pilotti, Libertà.
Sono l’unico che è andato d’accordo sia con Biagi sia con Berlusconi. Enzo mi considerava l’organizzatore perfetto. Se ero impegnato in Giochi senza frontiere, posticipava i suoi viaggi per aspettare me. Diceva: «Con Giovanelli mi sento una valigia, vado dove mi porta». Siccome la troupe era formata da otto persone, quando arrivavamo in America noleggiavo due auto. Una la guidavo io, l’altra un driver. Biagi sedeva accanto a me, si sentiva più sicuro. Eppure al volante di quei macchinoni faticavo a vedere la strada. Sa, sono alto 1 metro e 59. (Risata). Una volta m’inseguì la polizia a sirene spiegate. Credeva che alla guida ci fosse un bambino. Vittorio Giovanelli, ex braccio destro di Silvio Berlusconi per la tv. (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
Gli agenti del regime comunista della Germania dell’Est est avevano circa 450mila collaboratori più o meno volontari che riferivano su vicini, amici, parenti. Spiavano i preti nel confessionale, le madri denunciavano i figli, o viceversa. Hanno lasciato in eredità 5 milioni di dossier, su 17 milioni di abitanti, uno per famiglia, più o meno. I tedeschi spiano per dovere sociale, così almeno sostengono, all’Est e all?Ovest. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
Una democrazia dovrebbe governarsi da sé, attraverso le proprie istituzioni elette. Ma l’Italia non è semplicemente una democrazia debole, come ci si è consolati, negli ultimi settanta-ottant’anni, ogni volta che esplodevano le nostre guerre civili per finta: l’antifascismo contro il neofascismo, gli antiberlusconiani contro il partito di plastica, la gioventù radicale contro tutti, oggi i vaccinati contro i No-VAX (può sembrare impossibile, ma scommetto un caffè che l’Italia bibitara può scendere, se si sforza, anche più in basso di così). Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Time, dicesi la famosa rivista americana, ha inserito Harry Windsor e Meghan Markle tra le cento persone più influenti del pianeta, in una lista che comprende scienziati, economisti, capi di governo, stelle della musica e leggende dello sport. La domanda sorge spontanea, avrebbe detto il ben più influente Aldo Biscardi. Perché? Cos’hanno fatto, di grazia, le Loro ex Grazie, per meritarsi un simile onore? Quali battaglie avrebbero combattuto, questi due ultrà del privilegio? Quale merito ci sarebbe nel far parte di una famiglia reale e poi nell’uscirne sbattendo la porta, per incassare i proventi di una popolarità acquisita esclusivamente in virtù dell’appartenenza a quella famiglia? Massimo Gramellini. Corsera.
Con il Salone del Mobile e Milano Design Milano sembra di nuovo Milano. Sussulti, e quasi ti commuovi: perché non te lo aspettavi affatto, dopo mesi di strade vuote, ma questa sera Milano pare tornata. E noi, al volante, fermi, increduli ma quasi, sotto sotto, contenti. Sugli ingorghi frementi si alzano pochi clacson, e nemmeno il tramviere scampanella, meravigliato com’è: ma guarda, sembra proprio Milano. Dalla radio senti di 30 mila visitatori solo il primo giorno, e pensi alle parole del presidente Mattarella, all’inaugurazione: «Occasione di straordinario significato per il Paese». E sì, lo percepisci attorno a Brera, alla Fiera, o al Cordusio: come stare in un cuore il cui il sangue torni a fluire. Lo ricordi bene, l’impietrito infarto del lockdown. L’innaturale silenzio spaccato da urli di sirene, le strade, a sera, buie, le insegne spente. E come ci voltavamo all’eco dolorosa di ogni ambulanza: un altro, ci dicevamo sbalorditi, che va. E in centro, ad aprile 2020, una sera quella via Manzoni deserta, le vetrine del lusso splendenti e nessuno a guardarle, e in Galleria, incredibile, sentire il rumore dei tuoi passi, perché non c’era nessuno. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.
In epoche più recenti la voga muticulturale e il localismo andaluso hanno rilanciato in certe zone della Spagna l’idealizzazione del passato moresco, magari trasformandolo in folklore: sagre, festival, concerti, sponsorizzati da giunte e da giuntatrelle di sinistra. Mario Cicala. “Spagna” Neri Pozza. 2017.
Senza Vittoria sarei un uomo morto. Con lei, mi sento un ergastolano. Felice di esserlo. Roberto Gervaso.