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 2021  settembre 21 Martedì calendario

Hussain Sajwani rilancia Cavalli a Dubai. Poi parla di Como, dell’Asia e di Trump


Camicia cucita a mano, cravatta rossa, grisaglia e l’umiltà del figlio di operaio diventato uno dei quattro uomini più ricchi degli Emirati, e tra i più influenti arabi al mondo, Hussain Sajwani era ieri a Milano per presentare il rilancio del marchio di moda Cavalli, acquisito prima della pandemia, una torre di 70 piani da mezzo miliardo da costruire a Dubai e altri investimenti nel nostro Paese.
In Italia, secondo lui, «ci sono grandi sfide da ingaggiare, e questo mi piace. Amo il modo italiano di presentare le cose, sono stato ovunque, anche se il mio posto preferito per un weekend rilassante è il Lago di Como». Per Sajwani è il momento di un cambiamento: «Il governo Draghi può finalmente sburocratizzare e migliorare il mercato del lavoro per attrarre più investimenti dall’estero. Penso a una torre brandizzata Cavalli anche a Milano e in altre città e poi cerco i terreni per costruire dei data center. L’Italia può diventare una piattaforma di servizi tecnologici dopo l’arrivo di grandi aziende come Microsoft, Google e Amazon».
Per Cavalli l’obiettivo è il pareggio di bilancio entro il 2023, la sede è stata trasferita da Firenze a Milano e sono in corso di apertura undici negozi nelle maggiori città del mondo. Dopo aver costruito hotel e torri marchiati Versace e Fendi l’imprenditore si dice aperto ad altre opportunità nella moda, comprese eventuali acquisizioni di marchi italiani, anche se avvisa: «In Italia i prodotti sono fatti meglio, ma in Asia la lavorazione costa meno. Questo poteva reggere vent’anni fa, quando la classe media italiana non comprava vestiti cinesi. Oggi invece li acquista e così l’Italia deve stare più attenta al costo del lavoro».
Saiwani glissa sui suoi rapporti con Trump: «Ci sentiamo perché siamo in affari per dei campi da golf». Così come sulla situazione afghana: «Non sono un politico, la seguo in tv». E si dice ottimista per l’uscita dalla pandemia: «Molte parti del mondo, come gli Emirati, hanno fatto chiusure, aperture lente e vaccinato molto. La strategia giusta per agganciare la ripresa». —