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 2021  settembre 15 Mercoledì calendario

Elettricità, prezzi impazziti in tutta Europa. Anche con le rinnovabili

Quotazioni da primato in tutta Europa per l’elettricità, fino a 200 euro in Italia per stasera. Non è vero che alcune tecnologie energetiche potrebbero ribassare le bollette: che vengano da fonti rinnovabili, da nucleare, da metano o da carbone, le quotazioni sono superbe quasi ovunque. A tutto beneficio dei margini di chi produce senza bruciare metano. Ma il primato tocca all’Inghilterra, con prezzi ancora più tossici.
Cinque numeri per fare i confronti: primo, alla borsa elettrica Epex nei principali Paesi europei le forniture all’ingrosso per oggi si collocano in genere sui 168 euro per mille chilowattora; secondo, in Italia il mercato gestito dal Gme colloca il prezzo medio a orgogliosi 174,58 euro; terzo numero, nell’Inghilterra eolica rimasta da giorni senza vento e con poco metano oggi l’elettricità all’ingrosso costa in media addirittura 439 euro per mille chilowattora con la punta di stasera, quarta cifra, arrivata a 1.422 sterline (1.600 euro) ma per le forniture spot di ieri sera alle ore 20 veniva collocata alla cifra titanica di (quinto numero) 2mila euro per mille chilowattora, cioè 2 euro al chilowattora.
Germania a tutto carbone
In vista rincari feroci anche per l’energia tedesca. In Germania il clima elettorale sopisce gli aumenti di prezzo che potrebbero dispiegare il loro effetto rabbioso dopo il voto del 26 settembre.
Secondo l’ufficio federale statistico Statistisches Bundesamt, nei primi sei mesi del 2021 c’è stata una corsa fossile e per produrre elettricità le fonti convenzionali sono cresciute del +20,9%, pari al 56% del fabbisogno, e il carbone è tornato la prima fonte energetica; poco vento, e l’eolico è precipitato al 22%.
Le conseguenze? Un’analisi dell’istituto di ricerca economica Institut für Wirtschaftsforschung rilanciata dal quotidiano tedesco Handelsblatt dice che il prezzo di gasolio e benzina potrebbe salire di 70 centesimi al litro fino a 2,2-2,5 euro al litro.
Il chilowattora in borsa
Le forniture elettriche all’ingrosso per la giornata di oggi sono state trattate ieri alla borsa elettrica italiana Gme a 174,58 euro per mille chilowattora, un prezzo altissimo rispetto al mercato italiano e soprattutto rispetto ai 20-40 euro di un anno fa. Il prezzo massimo per oggi è addirittura a 200 euro per le partite di corrente nelle ore di punta della mattina e dopo le 20.
In Europa si collocano intorno ai 168 euro di media la Francia nucleare, l’Austria idroelettrica, l’Olanda del metano, la Germania a carbone, la Danimarca eolica. Avere più rinnovabili non cambia nulla. Come è naturale, anche i produttori non fossili – le rinnovabili o il nucleare, che non devono comprare il combustibile da bruciare – cercano di estrarre il margine più alto possibile collocando le offerte appena sotto i termoelettrici, e intascando così margini lucrosissimi.
I sovraccosti rinnovabili
In Italia ai costi della borsa all’ingrosso si aggiungono le spese di distribuzione e trasporto, le tasse, le addizionali, gli oneri per finanziare la ricerca elettrica, smaltire l’eredità nucleare e finanziare le fonti rinnovabili d’energia.
In particolare, gli incentivi alle fonti rinnovabili d’energia pesano ancora sulle bollette finali degli italiani circa 12 miliardi di euro l’anno, circa 3 centesimi al chilowattora e un sovraccosto di 30 euro per mille chilowattora, di cui circa 6 miliardi sono il conto energia destinato a chi produce elettricità con il sole.