Corriere della Sera, 7 agosto 2021
Biaggi: «Una parte di me si ritira con Valentino»
Il valore di un campione si misura anche dai suoi rivali. Valentino ne ha avuti tanti, ma il più celebre resta Max Biaggi. Se le sono date e se ne sono dette tante, in pista e fuori, ma Biaggi ha inviato un messaggio di auguri all’ex rivale. «Buona vita, Valentino, magari un giorno ci troveremo davanti a un bicchiere di vino e ci faremo due risate». Un gesto di sportività, non sollecitato, come una stretta di mano. «Ho sentito che una parte di me se ne va con lui. Siamo sempre attenti a primeggiare. Ma poi quando tutto finisce si volta pagina. Il momento andava onorato perché la nostra rivalità è stata autentica. Non abbiamo mai fatto finta di essere amici».
Ma non è facile tendere la mano dopo tanti anni.
«Il mio messaggio non cambia le cose o la natura di entrambi. Forse qualche mio tifoso ne resterà colpito, ma nel corso della vita i punti di vista cambiano. Oggi mi volto indietro, sorrido e guardo con simpatia a tutto quello che è successo. Senza livore. Con gli anni si matura, si entra in una fase diversa».
Come è nata questa contrapposizione?
«È nata perché doveva nascere. Perché entrambi volevamo finire davanti all’altro».
Non c’entrano le burle di Rossi, la bambola del Mugello per esempio?
«No, ci sono momenti in cui i campioni si alternano, sono cicli».
La vostra rivalità ha superato i confini del motociclismo, rendendolo persino più popolare.
«La stessa nazionalità è un elemento fondamentale in questi grandi rivalità. Come Coppi e Bartali... italiani come noi due».
Si aspettava il ritiro di Rossi?
«Da due o tre anni lo vedevo in sofferenza. E non capivo bene perché. Andando verso i quaranta tutto si complica, ma lui ha tenuto fino a 42 anni e in questo Mondiale, così competitivo, non è mica scontato. In mezzo secondo ci sono dieci piloti, quindici anni fa erano tre. Mi ha stupito, anche se questo epilogo era atteso un po’ da tutti».
Anche lei si è ritirato tardi, a 41 anni e da campione in carica della Superbike.
«Mi sono tormentato molto, ma la scelta è venuta in modo naturale. All’ultima gara del 2012, ho vinto il Mondiale per mezzo punto. A metà del giro d’onore ho capito che sarebbe stata l’ultima gara. Non ero più felice, nonostante la festa del pubblico e gli abbracci del team. Al parco chiuso ho detto a Eleonora (Pedron, ndr), la mia ex, con un filo di voce: “Ele, guardami bene perché è l’ultima volta che mi vedi col casco in testa”».
Perché?
«Avevo 41 anni e avevo vinto per un soffio, come se il destino mi avesse mandato un messaggio. Smetti da campione, mi sono detto, perché l’anno prossimo sarà dura... A 42 anni avrei rischiato l’impossibile. Così ho lasciato, ma che sofferenza. È stato come tagliarmi un braccio».
La vita che cambia prospettiva in un attimo.
«Avevo già firmato per l’anno dopo. Era novembre e tutti erano furiosi con me perché li lasciavo a piedi. Solo Roberto Colaninno, il presidente della Piaggio, mi capì».
Che cosa le disse?
«“Caro Max prima del campione io rispetto l’uomo”. Un gesto umanamente enorme che non m’aspettavo. Non mi fece pagare la penale e mi chiese solo di restare nell’orbita di Pontedera. Come potrei non giurare amore eterno all’Aprilia?».
Lei e Rossi potreste sotterrare l’ascia a questo punto e magari bere davvero quel bicchiere di vino che lei gli ha proposto nel messaggio.
«In realtà ho un po’ mentito perché sono astemio marcio. Ma non volevo fare la figura del ragazzino che beve solo Coca-Cola. Ma il bicchiere di vino ci sta tutto. L’ho detto perché lo penso, nonostante la grande rivalità che ci ha separato».