Corriere della Sera, 7 agosto 2021
Com’è morto l’eroe che sfidò i Colonnelli greci?
È diventato il giallo dell’estate greca. La morte in apparenza accidentale di un ex ministro socialista poco fuori del porto di Eretria, nell’isola di Eubea, l’antica Negroponte veneziana, è un mistero irrisolto che da mesi appassiona e divide il Paese. Pochi giorni fa, perfino l’ex primo ministro Giorgios Papandreu si è sentito in dovere di intervenire in Parlamento, di fronte al rifiuto delle autorità investigatrici di avviare nuove indagini a tutto campo, invece di ostinarsi a difendere l’improbabile tesi del malore improvviso, contestata da molte testimonianze.
Sifis Valirakis, 77 anni, era salpato da solo a bordo di un piccolo gommone per andare a pesca, a mezzogiorno di una domenica di fine gennaio. Il suo corpo venne ritrovato dalla guardia costiera poco dopo le 8 di sera, a un paio di chilometri dall’imbarcazione con il motore ancora acceso, dopo che la moglie aveva dato l’allarme non vedendolo rientrare. Aveva ferite profonde al volto e alla testa. Un dito era stato tranciato. La prima ipotesi accreditata dalla polizia fu che Valirakis avesse avuto in infarto e fosse caduto in acqua, dov’era stato colpito dall’elica. L’autopsia però smentì subito l’attacco cardiaco, concludendo che l’ex ministro era annegato in seguito alle ferite. Come fosse finito in mare però non è mai stato chiarito.
È stata la moglie, la celebre pittrice Mina Papatheodorou, a puntare sin dall’inizio il dito contro un gruppo di pescatori di frodo che si sarebbero trovati con diverse imbarcazioni nella zona dove navigava Valyrakis al momento della disgrazia. La vedova cita testimonianze di persone della piccola comunità di Eretria, secondo cui diverse barche avrebbero circondato il suo gommone, minacciandolo e provocando alte ondate per farlo andar via. L’ex ministro avrebbe perso l’equilibrio, cadendo in mare, senza che nessuno lo abbia soccorso. «L’ipotesi di un omicidio colposo è certa. In realtà Sifis è stato anche colpito con un’asta, come ha detto uno dei testimoni. Lo hanno colpito», dice al telefono da Atene la signora Papatheodorou. Un altro testimone ha detto a una tv locale che i pescatori hanno avuto una furibonda lite con Valirakis prima dell’incidente. Ma le loro deposizioni, rese poche ore dopo il fatto, non hanno mai avuto conseguenze.
Otto mesi dopo, il caso Valyrakis è ancora in alto mare: «Non hanno voluto fare indagini serie – dice la signora Papatheodorou —. Hanno ascoltato i colpevoli solo la scorsa settimana, ma non li hanno neppure denunciati a piede libero. C’è stata un’azione di copertura da parte della Guardia Costiera che protegge i pescatori di frodo. È scandaloso che non venga fatta luce sulla morte eroe nazionale come Sifis».
In verità Sifis Valirakis non era solo uno dei dirigenti storici del Pasok, il movimento socialista panellenico fondato da Andreas Papandreou, dov’era entrato da clandestino non ancora trentenne durante la dittatura militare. Era una vera leggenda della resistenza al regime fascista dei colonnelli. Era stato anche addestrato in un campo dell’Olp in Libano e aveva partecipato a numerosi attentati esplosivi contro il regime, dove però non ci furono mai vittime. Amico di Alekos Panagulis, poeta e compagno di Oriana Fallaci, anche lui morto in un incidente mai chiarito, Valirakis fu arrestato e torturato nel 1971, riuscì a fuggire dalla cella segando le barre della finestra e provocando un corto circuito nel carcere. Venne ripreso al confine con la Jugoslavia e portato in prigione a Corfù ma scappò di nuovo, questa volta via mare nuotando per chilometri fino alle coste albanesi. Non fu fortunato, perché il regime comunista di Tirana lo arrestò come spia, condannandolo a tre anni di lavori forzati. Fu Andreas Papandreou, tramite una mediazione del governo cinese, a ottenere la sua liberazione.
Quando nel 1981, dopo il ritorno della democrazia, Papandreou andò al potere, Valirakis fu dall’inizio tra i suoi ministri più fidati: si occupò dei Trasporti, delle Comunicazioni, dello Sport, fino al posto cruciale dell’Ordine Pubblico, responsabile anche dei servizi e dell’intelligence, incarico che tenne fino al 1996 quando si ritirò per ragioni di salute. Ma rimase deputato del Pasok, eletto nell’isola di Creta, fino al 2012.
Negli ultimi anni, l’ex ministro, appassionato del mare, era stato molto impegnato a denunciare la pesca illegale e il disastro ambientale che sta causando negli arcipelaghi del Mar Egeo. Secondo un giornalista greco, Dimos Verykios, quello di Valirakis potrebbe essere stato il «primo delitto a sfondo ecologico in Grecia».