la Repubblica, 7 agosto 2021
Biografia di Lorenzo Patta
Lorenzo Patta parla poco e corre tanto. L’ultimo arrivato nel quartetto dei velocisti azzurri è stato il primo a partire: tempo di reazione dai blocchi 0.154 secondi, si può far meglio. «Poteva essere anche 300...oggi non me ne frega niente!». Gli avessero messo un pallone davanti, di sicuro sarebbe scattato più rapidamente. Fino a tre anni fa, infatti, il nostro primo frazionista più che al traguardo puntava all’area di rigore. «Era il bomber del La Palma Monte Urpinu di Cagliari – ricorda Francesco Garau, il professore di educazione fisica che lo ha convinto a lasciar perdere i dribbling – faceva gol a grappoli». In un certo senso il paragone col calcio calza pure adesso che ha una medaglia d’oro al collo. Patta, nato ad Oristano 21 anni fa, atleta del gruppo delle Fiamme Gialle, padre militare (si chiama Mario, ha visto la corsa in tv mentre era in servizio al poligono di Capo Frasca), è come Bergomi ai Mondiali del 1982: doveva recitare il ruolo di giovane comparsa, si è preso tutto il palcoscenico.
In zona mista, ai giornalisti, la racconta così. «Stasera ho consegnato il testimone a Marcell e l’ho incitato più che potevo». Semplice come un tiro a porta vuota. Fosse per lui andrebbe già a farsi la doccia, ma Filippo Tortu lo trascina di nuovo al microfono. «Sono entrato nel giro di questa staffetta da pochissimo tempo, ancora non mi rendo conto di cosa abbiamo fatto». È sincero. Fino a tre mesi fa, Patta era un buon giovane che si doveva fare. Una promessa, ma lontana dall’essere mantenuta. «Troppo secco per lo sprint», dicevano. Pesa 60 chili ed è alto 1 metro e 73. «Non sono secco, sono leggero». Poi però al meeting di Savona del 13 maggio, quello in cui Jacobs abbassa il primato italiano dei 100 metri a 9”95, lui fa 10”13 ed è la miglior prestazione europea under 23.
All’inizio di luglio dovrebbe partecipare agli Europei juniores di Tallinn, ma si fa male e pieno di delusione vede i compagni ricevuti da Mattarella e Draghi insieme alla Nazionale di calcio. «Ma tu verrai alle Olimpiadi», gli comunica il direttore tecnico azzurro Antonio La Torre. Patta non aveva mai corso in gare ufficiali con Jacobs, Tortu e Desalu. Alla prima, ha vinto l’oro. Niente male lo scricciolo che viene dalla Sardegna. «Non sono secco, sono leggero». C’è una bella differenza.