Corriere della Sera, 6 agosto 2021
Bianca Maria Piccinino, la prima telegiornalista
Nel 1989 era davanti al muro di Berlino, che si stava sgretolando sulle note di Rostropovich. Assieme al collega Sandro Paternostro, era nel 1981 al matrimonio del principe Carlo con Lady Diana, conosciuta alle mostre di moda di Versace in Inghilterra e Francia («la vedevo una donna infelice, annoiata e stufa»). Il vestito passato alla storia con 7,62 metri di strascico lo descrisse così: «Ricamato a mano con perle, in taffetà di pura seta, irripetibile». Due decenni prima, nel 1964, aveva raccontato anche l’unione del re di Grecia, Costantino II, con Anna Maria di Danimarca.
La storia della televisione non sarebbe la stessa senza Bianca Maria Piccinino, triestina, oggi 97 anni (gli stessi della Rai), prima telegiornalista italiana. Inviata, mezzobusto, esperta di moda. Occhi e capelli corti scuri, si presentò al tg per ragazzi, alle 17, sull’allora unico canale della tv di Stato. Correva l’anno 1960. Oggi risponde dalla sua casa romana, quartiere Monte Mario, avvolta dai ricordi da cui si allontana solo quando esce in terrazza per vedere come stanno le piante. Non giudica la tv di oggi: «Fino a qualche anno fa seguivo solo il tg di Mentana e poi la Gruber. Poi ho dovuto mettere le cuffie per ascoltare, ma mi davano fastidio. Adesso sento molto la radio e leggo libri. Le notizie me le raccontano mia figlia e le mie compagne di scuola che mi chiamano».
Quando bussò alle porte della Rai, nella sede milanese di Corso Sempione, aveva 29 anni e una laurea in Scienze biologiche: «Non ero raccomandata, mi sono semplicemente candidata: ho chiesto se potevo lavorare lì». Ricorda ancora la prima notizia scientifica che diede in tv: «Certo, fu il ritrovamento di un pesce fossile». Presto diventò co-conduttrice con Angelo Lombardi del mitico programma serale di divulgazione «L’Amico degli animali». E arrivò anche alla conduzione del tg delle 13. C’era anche quando rapirono Aldo Moro, il 16 marzo 1978: «Mi ricordo benissimo che stavo facendo il tg quando arrivò Bruno Vespa che mi disse: “scusa, devo dare una notizia importantissima...”».
La Capitale è diventata la sua seconda casa. È stata una storia d’amore a portarla a Roma. E poi anche ad Haiti. «Avevo chiesto un’aspettativa per raggiungere il mio compagno, uno scienziato, ma non rimasi tanto». La relazione infatti naufragò. «Naturalmente». Naturalmente perché «a quei tempi era difficile trovare un uomo che sopportasse le donne autonome. Ognuno ha il suo destino». E il suo è di una vita longeva ma più felice da single che in coppia. È stata sposata tre volte, con un annullamento di matrimonio di mezzo. L’ultima unione è stata con il regista Sergio Ricci, da cui ha avuto una figlia, Paola. «Per stare con lei ho fatto follie».
Oggi Piccinino ripensa spesso agli incontri con i personaggi della storia, come quello con il presidente sovietico Gorbaciov e la moglie Raissa quando nel 1990 vennero in Italia. Il tesserino per la stampa che dava il lasciapassare in una Roma blindata è ancora sotto i suoi occhi: «Lo intervistai appena sceso dall’aereo ma poi seguire le visite di Stato toccava ai colleghi maschi». E così passeggiò con la Gorbaciova in giro per Roma: «Mi regalò anche una scultura a forma di gallinella». E poi Sophia Loren. «Fui la prima a intervistarla per la Rai, era timida e con un accento napoletano molto forte». Un’altra avventura che non ha dimenticato, fu quando prese parte alla campagna per la legge sul divorzio. «Alla Rai mi sgridarono, Fanfani non voleva!».