Corriere della Sera, 4 agosto 2021
Andrew Cuomo molestatore seriale?
«Sì, Andrew Cuomo dovrebbe dimettersi». Con poche parole Joe Biden probabilmente segna la fine della carriera politica del Governatore dello Stato di New York. Un suo vecchio amico. Ma lo scandalo è travolgente, incontenibile. Lo scandalo è travolgente. La giornata era iniziata con la conferenza stampa di Letitia James, Procuratrice generale dello Stato di New York, che ha riassunto i risultati devastanti di un rapporto di 165 pagine: «Il governatore Andrew Cuomo ha molestato diverse donne, alcune molto giovani, con palpeggiamenti, baci, abbracci e apprezzamenti fisici non richiesti. Inoltre si è vendicato nei confronti di almeno una donna che lo aveva denunciato pubblicamente». Andrew, 63 anni, figlio del leggendario governatore Mario Cuomo, guida lo Stato di New York dal 2011. Ancora un anno fa, era considerato un modello di efficienza per la sua gestione della pandemia. Molti lo avrebbero visto bene alla Casa Bianca. Oggi sembra al capolinea. L’establishment del partito democratico, a cominciare dalla Speaker Nancy Pelosi, gli intima di andarsene. Lo hanno mollato anche i fedelissimi come il deputato newyorkese Tom Suozzi, sconosciuto ai più, ma considerato al Congresso «la boa di Cuomo». L’Assemblea dello Stato è in agitazione: si parla di impeachment per rimuovere il Governatore, già sotto tiro per altri «abusi di potere» e per aver nascosto i dati sul numero di morti di Covid nelle Rsa.
Cuomo, però, almeno per il momento, non vuole lasciare e continua a negare ogni addebito: «Voglio che sappiate direttamente da me che non ho mai toccato nessuno in modo inappropriato e non ho mai fatto avances sessuali inappropriate. Questo è ciò che sono e che sono sempre stato».
Ma le testimonianze di undici possibili vittime prefigurano uno scenario radicalmente diverso. Lindsey Boylan, una consigliera economica, ha raccontato che il «boss» la baciò sulle labbra, mentre erano nel suo ufficio di Manhattan, e nell’ottobre del 2017, durante un viaggio di lavoro in aereo, le chiese di giocare a «strip poker». Charlotte Bennett, 25 anni, ex assistente di segreteria, ha invece riferito che una sera, nel 2019, il capo le fece questo discorsetto: «Sai, sto cercando una fidanzata; mi chiedevo se tu non hai niente in contrario a fare sesso con un uomo più vecchio di te». Charlotte era, ed è sposata. Nessun problema per Cuomo: «Sei monogama o hai relazioni anche al di fuori dal matrimonio?». Le provocazioni erano spesso «seguite da approcci indesiderati». In altri termini, stando alle accuse, al governatore piaceva allungare le mani. Sotto la camicetta di una collaboratrice, per esempio, convocata d’urgenza, nella Executive Mansion, la sua residenza privata di Albany.
Letitia James è una democratica come Cuomo. Per evitare anche solo il sospetto di interferenze politiche, ha affidato l’inchiesta a Joon Kim, ex procuratore federale, e Anne Clark, una delle più note avvocate in diritto di lavoro. I due hanno scavato a fondo, ascoltando 175 persone. Il risultato è impressionante: «Cuomo e i suoi consiglieri più stretti hanno creato una cultura del lavoro tossica, ostile, pervasa da paura e intimidazione». A quanto pare non veniva risparmiato nessuno, neanche una poliziotta della scortar.