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 2021  agosto 04 Mercoledì calendario

Biografie di Caterina Banti e di Ruggero Tita

Ruggero Tita la laurea in Ingegneria Informatica se la è presa fra una medaglia d’oro e l’altra, fra i Giochi di Rio 2016 e quelli di Tokyo 2021. Mentre Caterina Banti aveva un programma di studi molto lontano dallo sport e dalla pratica della vela. Si apprestava, infatti, a seguire le orme del padre professore di Glottologia e Linguistica, specializzato nel Corno d’Africa. Lei invece dopo aver completato il suo corso di Studi con tanto di laurea all’Università di Napoli, dipartimento di Studi Orientali (con diverse lingue parlate fra cui l’arabo), ha trascorso un anno in Tunisia, prima di venire fulminata sulla via della vela. E dovendo scegliere fra un dottorato universitario e una campagna olimpica Caterina non ha avuto alcun dubbio: il sogno a cinque cerchi (visto che a un’edizione dei Giochi non aveva mai partecipato). Alla vela lei si era avvicinata grazie al fratello, che le aveva involontariamente aperto la strada. Ruggero invece aveva tutt’altre inclinazioni sportive: faceva gare di sci essendo nato a Rovereto e cresciuto a Trento, a due passi dalle Dolomiti, ma molto lontano dal mare. Poi un’estate i suoi genitori gli fanno provare un corso di vela sul lago di Caldonazzo in Trentino (al quale è molto legato e di cui è testimonial) e tanto gli basta per abbandonare la neve e dedicarsi alla vela (quella di ieri è la prima medaglia d’oro ai Giochi estivi della città di Trento).

Predestinato A sparigliare le carte sono le vittorie che Ruggero raggiunge, fin da adolescente, in tutte le classi giovanili. Sembra davvero un predestinato. La sua prima Olimpiade è quella di Rio de Janeiro del 2016, ma il risultato che ottiene non è proprio indimenticabile. In coppia con Pietro Zucchetti nei 49er non riesce ad entrare in Medal Race. Ma quella esperienza olimpica è comunque per lui fondamentale per due aspetti. Da una parte per l’esperienza accumulata, dall’altra per fargli cambiare classe. Tita decide restare sul genere «funambolico», ma diventa un interprete della vela «volante» a cui i Nacra si ispirano, dopo che i Foil erano sbarcati in maniera importante nel mondo della Coppa America e finendo per contaminare buona parte della vela. A proposito, tutte le loro barche (che sono monotipo e quindi per la gran parte tutte uguali l’una all’altra) non hanno un nome, ma semplicemente un numero. Quella di Tokyo è la quinta della serie. 

Luna Rossa Nel 2019 Ruggero entra a far parte dell’equipaggio di Luna Rossa e sottoscrive un contratto per la Coppa America. Ma quando – nella primavera del 2020 – i Giochi Olimpici di Tokyo vengono rinviati, lo skipper Max Sirena lo lascia libero di dedicarsi interamente alla campagna olimpica. Intanto il loro palmares si è ulteriormente allargato, con un Mondiale e due Europei, anche se per via del Covid non avevano partecipato a tutte le tappe del circuito. Anche per questo Tita e Banti hanno stabilito di fare più sessioni di allenamento in Sicilia a Marina di Ragusa, dove hanno lavorato in proiezione olimpica, diversi protagonisti della Medal Race di Enoshima. E nel frattempo sono già definiti i prossimi mesi di lavoro della coppia d’oro della nostra vela. A brevissimo sul Lago di Garda c’è il Mondiale Moth (un singolo volante, propedeutico per tutte queste classi), dove Caterina non sarà in gara, ma dove andrà per dare una mano a Ruggero nella messa a punto della barca. E poi a dicembre c’è il Mondiale dei Nacra, in programma in Oman. Appuntamento che di fatto è il primo passo ufficiale verso la nuova campagna olimpica di Parigi 2024, ormai lontana solo tre anni, con le gare di vela che si svolgeranno a Marsiglia.