Anteprima, 8 luglio 2021
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Biografia di Stan Swamy
Stan Swamy (1937-2021). Prete indiano. Gesuita. Figlio di contadini Tamil Nadu divenuto novizio già da adolescente. Paladino dei diritti dei diritti delle popolazioni aborigene degli Adivasi e delle caste più basse dei Dalit. Era noto per la militanza nel fornire assistenza legale gratuita agli Adivasi nella difesa dei loro diritti costituzionali a terreni, fiumi e sorgenti. Ciò ha sempre dato molto fastidio ai poteri forti. A ottobre 2020 un’agguerrita task force antiterrorismo dell’Agenzia investigativa nazionale fece irruzione nella casa comune a Ranchi, capitale dello Stato di Jharkhand nell’India dell’est, non trovò nulla di incriminante, ma lo arrestò lo stesso, con altri 15 avvocati, scrittori, poeti e militanti. L’accusa era aver fomentato violenze inter-casta nel 2018, nel caso “Bhima Koregaon”, e avere collegamenti con i ribelli maoisti naxaliti nella pianificazione dell’assassinio del premier Narendra Modi. Era malato di Parkinson, non era più in grado di mangiare, bere o lavarsi da solo. In una conferenza video che padre Swamy era riuscito a trasmettere poco dopo l’arresto, il gesuita aveva chiesto clemenza: «A causa dell’età ho delle complicazioni. Ho cercato di comunicarlo alle autorità e spero che prevalga un senso di umanità ». Non è stato così. Nel suo ultimo messaggio video si era dichiarato pronto al martirio: «Questo è un processo che mette in questione i poteri forti. Sono pronto a pagarne il prezzo. Qualunque sia». [Pizzati, Rep].