Anteprima, 12 luglio 2021
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Biografia di Armando Gasiani
Armando Gasiani (1927-2021). Il partigiano Bolero. Emiliano di nascita, appartenente alla 63a brigata “Bolero Garibaldi”, il 5 dicembre 1944 insieme al fratello Serafino e con centinaia di persone venne rastrellato dai tedeschi ad Anzola Emilia e rinchiuso nella chiesa, “trasformata in luogo di tortura”. Trasferito nel teatro di San Giovanni in Persiceto, fu poi rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte (Bologna). Il 23 dicembre dello stesso anno fu prelevato, deportato nel campo di concentramento di Bolzano e dal 1° gennaio del 1945 mandato a Mauthausen, in Austria, dove rimase fino al successivo 6 maggio, senza rivedere mai più il fratello. Tornato in Italia, Gasiani per anni non trovò il coraggio di parlare di quanto gli era accaduto. Quel numero 115523, tatuato sul braccio, restò un segreto fin quando nel 1997 la moglie Maria lo convinse ad andare al cinema a vedere il film di Roberto Benigni La vita è bella. Da quella sera la sua vita cambiò. Quel pianto liberatorio durante la proiezione della pellicola lo convinse ad aprirsi, a raccontare, a farsi testimone di quella tragedia. Fino a 90 anni, il partigiano Armando ha incontrato bambini delle scuole primarie e studenti di medie e superiori accompagnando gruppi a Mauthausen. Conosciuto in tutt’Italia, amico di Rita Borsellino, Gasiani dopo la scomparsa della moglie aveva subito un duro colpo e da allora viveva, tra l’affetto di molti, in una casa-famiglia di Crespellano, dove è rimasto fino alla fine» [Corlazzoli, Fatto].