il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2021
Gesuiti. Uso e abuso politico di “Todo modo”
“Todo modo para buscar y hallar la voluntad divina”. “Ogni mezzo per cercare e trovare la volontà di Dio”. Todo modo: dal romanzo di Leonardo Sciascia al film di Elio Petri e per finire alle analogie presunte con il “Whatever it takes”, “A ogni costo”, del premier onnisciente e “gesuita” SuperMario Draghi. Una citazione che ciclicamente torna in auge ma che a pronunciarla spesso rischia di diventare fine a se stessa, in senso sia politico sia onomatopeico, giusto per il suono riprodotto in qualche salotto tv.
Giova allora ricollocarla nella sua dimensione originaria, che è quella degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù. Del resto sabato scorso, 31 luglio, ricorreva l’anniversario della morte dell’ex soldato spagnolo, nel 1556 a Roma. E quest’anno – non a caso Ignaziano per la Chiesa – sono cinque secoli esatti dalla sua conversione nel maggio del 1521, dopo essere stato ferito gravemente a Pamplona da una palla di cannone dei francesi.
Todo modo, dunque. La frase è nell’annotazione che apre il capolavoro di Sant’Ignazio: “Come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima”. Gli Esercizi sono divisi in quattro settimane e sono uno dei libri meno “statici” del cattolicesimo, un divenire continuo e unico per ogni “esercitante”. Come spiega Francesco, primo papa gesuita della Chiesa, nella prefazione alla monumentale Cercare e trovare la volontà di Dio. Guida pratica agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, scritta da padre Miguel Ángel Fiorito (1076 pagine, Ancora, 105 euro). Il pontefice chiosa: “Secondo il modello del Vangelo, il fuoco e la forma interiore degli Esercizi, come dice Fiorito, consistono nell’azione interiore di conoscere – tramite il discernimento – ‘la volontà divina sui temi rilevanti della nostra vita spirituale’”.
Padre Fiorito (1916-2005) fu maestro dello stesso Bergoglio nonché formatore di varie generazioni di gesuiti argentini. Le sue sono originali “schede di lettura” per gli Esercizi, che intendono “aiutare” chi li pratica. Sempre Francesco: “Il suo aiuto arriva fino al punto in cui l’altro, nella sua libertà, desidera sinceramente lasciarsi aiutare”.
Il discernimento avvolge l’intelletto e il cuore nel complesso “processo” ignaziano, in cui l’“esercitante” riflette sulle proprie debolezze. Un esempio, estrapolato dalle schede di padre Fiorito: “La prima cosa che dobbiamo fare è renderci ‘indifferenti’ (ES 23) rispetto ai due termini dell’alternativa tra i quali vogliamo scegliere secondo la volontà di Dio. È evidente che questo non significa giungere a non avvertire né inclinazione né avversione rispetto a ciascun termine dell’alternativa: quell’‘impassibilità’ è un ideale, ma non è indispensabile per scegliere bene”. È il fascino senza tempo degli Esercizi, in cui lo Spirito è consapevole che “lo si voglia o no, la vita dell’uomo è una lotta”.