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 2021  agosto 01 Domenica calendario

Biografia di Simona Ventura raccontata da lei stessa

Equivoci pericolosi. “Marco Travaglio le ha detto del nostro trascorso?”. È una rivelazione. “Non sentimentale! Di lavoro: eravamo due giovincelli a inizio carriera, entrambi alle prese con il pallone. E spesso, a Torino, sedevamo accanto per vedere la partita. Lo sport è una bella scuola di giornalismo”.

Simona Ventura, tra un decollo pratico (“Sto partendo dalla Sardegna”) e uno professionale (“Ora ho un programma su Real Time e da settembre torno su Rai2”) si concede anche un’avventura cinematografica come regista di un docufilm Le 7 giornate di Bergamo, dedicato al Covid-19 (“Lo presenteremo alla Mostra di Venezia”).

È vaccinata? 

Ho gli anticorpi alti lasciati dal virus, sono nei sei mesi d’immunità (è stata contagiata).

Registi di riferimento.

Adoro Ridley Scott e l’ho incontrato, poi Luca Miniero, Gabriele Muccino, Matteo Garrone; Gabriele lo conosco da anni perché suo padre lavorava in televisione; (ci ripensa) aggiungo Carlo Verdone.

Elenco lungo…

Non mi metto al loro livello, sono solo fonte d’ispirazione: ne devo mangiare di cereali sottomarca per assomigliare anche lontanamente a loro.

Pragmatica.

Non sono una prepotente.

Prima dell’annuncio di Venezia ha pubblicato un selfie senza trucco. E giù insulti…

Non leggo i commenti sui social, me lo sta rivelando lei; magari sbircio solo i primi, poi mi annoio mortalmente e lascio perdere. Fossero almeno critiche costruttive.

La prima critica costruttiva ricevuta…

(Qui parte un ooohhhh lunghissimo) Sono tantissime; ricordo Aldo Grasso che sul Corriere della Sera parlò male dell’Isola dei famosi ancora prima di averla vista; (ci pensa) quella non fu costruttiva, però mi spiegò bene certi meccanismi.

E…

Ho la fortuna di farmi scivolare di dosso gli attacchi subiti in questi anni, altrimenti non sarei viva.

È una polarizzatrice di giudizi.

Perché sono un battitore libero. E so incassare.

Con forti alti e bassi nella carriera.

Sono voluti, come quando ho scelto di lasciare la Rai per Sky: avevo i figli adolescenti e desideravo seguirli, e quando sei donna sei costretta a mollare qualcosa sul campo; (muta il tono) in questi anni è stata dura, ma ho lavorato sempre. Sempre. Non ho mai mollato.

Con successi minori.

No, proprio degli insuccessi, anzi dei fallimenti e anche questi mi hanno aiutato.

Tipo? 

Sia nella sfera privata che in quella professionale: ma è normale, è la vita; conta come si reagisce, come gli snodi vengono analizzati e non nascosti. E poi mi annoio facilmente, se la monotonia mi avvolge è la fine.

Per dieci anni ha condotto Quelli che il calcio.

Era diversa ogni puntata, così come le otto stagioni dell’Isola.

Gene Gnocchi racconta che a Quelli che il calcio lei lo ha rimproverato.

Davvero?

Per David Bowie.

Avevo in trasmissione il mio idolo, io buttata ai suoi piedi gridavo “ibernatemi, voglio restare qui così”, e poi arriva Gene e in diretta gli domanda se ha trovato traffico (ride). Lo avrei ammazzato, ma resta uno dei migliori amici, e con lui ho fatto squadra.

Conta, la squadra.

Il gruppo di quella trasmissione era meraviglioso, e soprattutto negli ultimi anni l’ho difeso in ogni modo.

In Rai è fondamentale.

(Sospiro) Sì, molto.

È storica la sua lite in diretta con Maurizio Gasparri: al telefono l’accusava di disinformazione.

Non so quanti, al mio posto, avrebbero replicato con tale vigore; (ci pensa) all’inizio pensavo fosse uno scherzo, ma quando mi sono resa conto che sparava ad altezza uomo ho guardato l’espressione di un giovane cameraman davanti a me: era mortificato, umiliato e mi è partita la brocca.

Quella sfuriata l’ha pagata? 

In seguito sì. Resto la persona più lontana dalla politica.

Da vent’anni si definisce “qualunquista”.

E lo rivendico: per esserlo ci vuole una grande forza.

Ha mai picchiato qualcuno? 

Qualche cosa è successo, ma per passare all’attacco devo essere trascinata dentro dalla disperazione; di solito incasso e poi colpisco a freddo.

Morgan sostiene che lei lo ha colpito più volte durante X-Factor…

È vero, perché all’inizio di quell’avventura non era bravino, così gli davo i tempi giusti e i consigli accanendomi sulla sua gamba; a lui mi sono dedicata molto, adesso c’è questa polemica sterile su Ballando con le stelle, stavo scherzando, però mi sto preparando per rispondergli. Con calma. (La Ventura ha dichiarato: “Chissà se finirà il programma…”)

Ancora pragmatica.

A volte esprimo dei giudizi con una chiave ironica e vengono letti con serietà; in questo periodo sto guardando le commedie degli anni Ottanta e allora c’era molta più libertà di scherzare, con frasi oggi non pronunciabili.

Dopo trent’anni lei è una grande signora della tv.

No, una grande ragazza.

Il signora era positivo.

Allora sono una signora giovanile.

Giovanile è peggio.

Mio malgrado ho creato uno stile, senza volerlo.

E quanti artisti o pseudo tali ha visto perdersi? 

Tanti, tantissimi: fino a dieci anni fa c’era un enorme lago dove tutti si abbeveravano: i capaci, i non capaci, i raccomandati, i politicamente sostenuti. Ora quel lago è diventato uno stagno, non ci sono più soldi, eppure tutti continuano a volersi dissetare. Non è facile.

Tra i tanti che ha lanciato c’è Aldo Montano, ora in lacrime per “l’incognita futuro”…

All’Olimpiade del 2004 mi era apparso un guerriero, uno super carismatico e lo avrei voluto anche all’Isola: disse di no per via degli allenamenti; mi colpisce questa sua reazione, perché ha tante virtù e dovrebbe approcciare al futuro con grande serenità.

Lei è fragile? 

Nella vita privata posso risultare come una bambina, ma nel lavoro divento forse un uomo.

È una leader.

Lo devono dire gli altri.

Lo saprà.

So fare spogliatoio, questo sì.

Quante volte hanno chiesto la sua testa? 

Tante. Tantissime. Però molti mi vogliono bene.

Un “lato B” del mondo dello spettacolo.

Non lo posso dire; (ci ripensa) diciamo che non c’è.

Stare sempre sotto i riflettori? 

No, altrimenti dovrei scegliere un altro mestiere.

Non le pesa mai? 

Per niente, mi piace. E mi fermo sempre per un selfie (è vero: spesso viene interrotta ed è soddisfatta. Sorride, saluta, e riprende il filo del discorso esattamente da dove lo aveva interrotto)

Non come Madame che ha detto “no” a un fan.

Secondo me è stato un grande equivoco.

C’è un però.

Oggi è facile ottenere successo, e quel genio di Amadeus, mio amico da trent’anni, ha costruito un Sanremo mostruoso puntando sui cantanti giovani, che dopo il Festival si sono lanciati. Ecco, il problema è gestire i riflettori.

Il primo consiglio che darebbe a un ragazzo…

Di restare calmo e testa sulle spalle. E lo so: non è facile; (cambia tono) arrivare è meno complicato di quanto si pensi, basta anche mettersi con le tette al vento e riscuotere milioni di like, mentre la questione è mantenere quel consenso.

Non ha mai posato per un calendario sexy.

Adesso? Non ci penso proprio.

Prima.

Sono sexy mio malgrado, poi come pubblico piacevo alle donne: sono loro ad avermi dato più soddisfazione, sono loro le più fidelizzate, quindi niente calendario; poi quando ho ottenuto il successo sono rimasta quasi subito incinta. E oggi la vera estremizzazione è restare vestite.

Nel mondo dello spettacolo i primi tre amici che le vengono in mente.

Gene Gnocchi, Teo Teocoli e Paola Perego: con lei avrò un programma su Rai2.

Anche la Perego in quanto a critiche…

Non vado a cercare le persone quando sono al potere, ma quando non lo hanno più: lì mi diventano simpatiche, è una mia prerogativa.

Amiche…

Con Paola non ci siamo amate moltissimo, però ho vissuto come un’ingiustizia la chiusura del suo programma e l’ho dichiarato subito sui social. Lei mi ha chiamato. Ci siamo viste a cena ed è nato il nostro rapporto.

Quanto sono lontani i tre Telegatti consecutivi.

A casa ne ho dieci.

I tre sono come personaggio dell’anno. Come si sentiva? 

Bene, probabilmente vivevo in un’altra dimensione, dove tutto andava alla grande; forse avevo meno sensibilità e umanità di adesso. Ed è normale: quando sei circondato da una moltitudine di persone che ti osanna, è impossibile capire se questa vicinanza è dovuta al successo o perché hanno capito veramente chi sei.

Soluzione? 

Da subito ho costruito una famiglia, poi i genitori, mia sorella e ora il mio compagno (Giovanni Terzi, giornalista).

Su Real Time è iniziato il suo nuovo programma. Tra i primi ospiti, l’ex portiere Pagliuca.

Mio grande amico, è quasi un fratello: abbiamo anche aperto un ristorante insieme e vissuto i generosi anni Novanta.

Il mondo del calcio è omertoso.

Non è vero, è complicato da capire per chi si approccia con superficialità: è stato il filo rosso della mia vita e dentro ho molti amici: da Roberto Mancini ad Antonio Conte, con me giornalista e loro nel pieno della carriera.

Resta un mondo chiuso: nessun calciatore si è mai dichiarato gay…

Forse siamo pronti, però è vero: su questo argomento c’è dell’omertà; (sorride) dirò di più: ai tempi, chi era fedele alla moglie, dentro lo spogliatoio veniva preso per il culo. Così il “fedele” doveva raccontare tante cazzate, tipo “sono andato a letto con questa o con quella”.

Una sua scaramanzia.

Sono piena di elefanti con la proboscide alzata.

Gioca alla lotteria? 

Ho sempre pensato: se sbaglio di un numero mi uccido.

Il suo supereroe.

SuperSimo! No, diciamo Wonder Woman .

Programmi tv: il martedì guarda Floris o la Berlinguer? 

La Berlinguer è mia amica; però spippolo, vado pure su Rai2.

La domenica: Venier o D’Urso? 

La pizzeria.

Il sabato la De Filippi o la Carlucci? 

(Silenzio) Bella lotta. Tutte e due. Diciamo che guardo una e registro l’altra e viceversa.

Finale degli Europei: Sky o Rai? 

Sky perché in Sardegna non ho il digitale.

Chi è lei? 

(Ripete la domanda al suo compagno)

Chiede aiuto? 

Sì, a Giovanni. (silenzio) Un uragano. Uragano Simo.

Ad agosto è pericoloso.

Vabbè, allora pensiamoci…