Corriere della Sera, 1 agosto 2021
Gli spyware come le armi chimiche
Nel giugno del 2013 Joseph Edward Snowden, un giovane cittadino americano molto apprezzato per la sua abilità nel maneggio dei computer, divenne la pietra dello scandalo in una vicenda che coinvolse le maggiori potenze della Guerra fredda. Per fare un’opera che considerava giusta e un dono alla umanità, Snowden pubblicò in alcuni fra i maggiori giornali internazionali molti documenti segreti dei servizi d’intelligence della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, fra i quali un progetto per la intercettazione delle comunicazioni telefoniche fra l’America e l’Europa.
Il governo degli Stati Uniti cercò di processarlo in un tribunale americano e Snowden, per sottrarsi all’arresto, accettò l’asilo che nel 2013 gli venne offerto dalla Federazione Russa. La sua iniziativa suscitò scandalo nei governi interessati e divise la pubblica opinione mondiale fra coloro che dicevano di condividere la sua iniziativa e coloro che lo consideravano un traditore. Giustizia o Patria era il dilemma che animava in quegli anni le conversazioni pubbliche quando veniva pronunciato il nome di Snowden.
I tempi sono molto cambiati. Negli scorsi giorni una azienda israeliana (Nso Group), specializzata nella progettazione e nella vendita di sistemi elettronici offensivi, ha annunciato la nascita di Pegasus, uno spyware (macchina dello spionaggio) che permette di entrare in qualsiasi sistema telefonico, leggere i messaggi di testo e registrare tutte le conversazioni. Sembra anche che negli archivi della azienda proprietaria di Pegasus siano già disponibili parecchie migliaia di numeri telefonici. L’azienda promette di fare un uso corretto della sua «macchina», ma non saremmo sorpresi se le sue registrazioni finissero per cadere nelle mani di persone che vogliono intercettare le conversazioni di personalità politiche. Accadde con altri mezzi fra il 2013 e il 2014, quando l’americana National Security Agency ascoltava le conversazioni telefoniche della cancelliera tedesca Angela Merkel (gli americani si scusarono). E accadde più recentemente (forse con Pegasus) al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron.
Ma vi saranno anche i pirati dell’etere che cercheranno d’impadronirsi della vita privata di un persona per derubarla, ricattarla o creare aziende della intercettazione disposte a soddisfare le esigenze di un cliente. Potremmo assistere così alla nascita di un grande mercato dei segreti pubblici o privati dove è possibile commissionare il furto del segreto desiderato.
Siamo ormai alle prese con una nuova arma che ha bisogno di essere regolamentata, come accadde per le armi chimiche con la Convenzione di Parigi del 1993. Occorre un trattato internazionale e, se necessario, un processo ai responsabili di fronte al Tribunale internazionale dell’Aja.