la Repubblica, 30 luglio 2021
Il ritorno di Billie Eilish
Oggi esce il secondo album “Happier than ever”
di Ernesto Assante Un nuovo album, per dire al mondo che è più felice di quanto sia stata prima, che è cresciuta, che vuole essere libera, autonoma, creativa, indipendente. E che la sua vita è cambiata, così come la sua arte. Billie Eilish arriva al secondo lavoro, Happier than ever, sull’onda di un successo travolgente, che ha trasformato la giovanissima Billie Eilish Pirate Baird O’Connell nella superstar simbolo della generazione Z. Lei, venti anni il prossimo dicembre, dell’essere superstar è certamente contenta, ma del ruolo di “simbolo” o “portavoce” non ne vuole più sapere. Ed è chiaro ascoltando l’album, un passaggio segnato anche da un nuovo look e un nuovo modo di proporsi. È chiaro fin dall’apertura dell’album, Getting older, che spiega quello che è accaduto dall’inizio di questa avventura fino ad oggi, con un testo che non parla solo di crescita ma di lei, della fama, del lavoro, della noia, del pericolo, e sostanzialmente della felicità per tutto quello che è successo. Quindi niente generazione Z, nulla che una ragazza qualsiasi possa aver anche lontanamente vissuto. Billie Eilish lo sa, la sua vita è diversa e far finta di nulla sarebbe stupido. E finto. E infatti in un altro brano, Your power è la verità a dominare: «È una delle canzoni che preferisco tra tutte quelle che ho scritto. È così vicina al mio cuore che pubblicarla mi fa sentire molto vulnerabile. Parla di tante situazioni diverse che tutti abbiamo vissuto o di cui siamo stati testimoni. Spero che possa ispirare un cambiamento. Cercate di non abusare del vostro potere».
Una vita in pubblico, dunque, come confessa a Rolling Stone, cercando di sfuggire a fotografi e giornalisti, ma anche a fan, stalker, matti e ai social, per proteggere la sua vita, la sua famiglia, la sua creatività e i sentimenti: «Non mi piace condividere quella parte della mia vita». Ma di se stessa parla, comunque, in My future, in NDA, raccontando la singolarità di una vita che non è diventata un’altra, era quella di Billie O’Connell, è quella di Billie Eilish. L’album è stato realizzato nel nuovo studio del fratello di Billie, Finneas, in isolamento, «anzi è un album che sarebbe stato diverso, anzi forse non sarebbe esistito senza il Covid. Non ne parla ma è nato nel periodo in cui con Finneas siamo stati totalmente liberi di fare quello che volevamo, senza pressioni e limiti». Tutto è minimale, elettronico, trip hop degli anni Venti che scompare tra gli strumenti acustici di Billie Bossa Nova, o si confonde nel grugnito di un maiale usato come segnale ritmico in I didn’t change my number, nell’ r’n’b di Lost cause o nel gospel favolistico di Halley’s comet. Lei canta ancora sommessamente, cercando addirittura il jazz in My future o sospirando in Oxytocin, volando altissima nei cori eterei di Goldwing fino alla bellissima canzone conclusiva, Male fantasy.
Non è un lavoro univoco, i 16 brani hanno tutti i segni della nuova maturità di Billie Eilish, della sempre più grande abilità musicale del fratello Finneas, non cerca il singolo di successo, piuttosto la volontà di consolidare uno stile. Il percorso di Happier than ever è appena iniziato: ci sarà un tour che partirà il 2 febbraio del 2022, sono già arrivati un libro con 500 immagini, c’è un film su Apple Tv+, Billie Eilish: The World’s A Little Blurry, diretto dal regista R.J. Cutlerche e arriveranno altri video: quello di NDA lo ha diretto lei stessa.a