ItaliaOggi, 28 luglio 2021
I Beatles nel caveau a prova di bomba nucleare
Cosa ci fa un archivio musicale vicino al Polo Nord? L’obiettivo del Global Music Vault è di proteggere la musica da ogni minaccia – persino un disastro atomico – per i prossimi mille anni: si tratta di un caveau sotterraneo costruito sotto una montagna delle isole Svalbard, nel Nord della Norvegia. Un progetto simile allo Svalbard Global Seed Vaul, il bunker in cui custodire la biodiversità del pianeta. In questo caso si vuole però preservare un patrimonio artistico, fatto di note e voci, conservare la «musica del mondo» a quasi trecento metri sotto una montagna innevata di un’isola artica. «Non vogliamo proteggere un certo genere piuttosto che un altro. Vogliamo che le nazioni e le regioni del mondo scelgano quale musica venga depositata qui», ha affermato Luke Jenkinson, amministratore delegato del Global Music Vault e managing partner di Elire. «Vogliamo preservare la musica che ci ha plasmato come esseri umani e ha plasmato le nostre nazioni».
Il processo di conservazione inizierà la prossima primavera e si concentrerà inizialmente sulla musica dei popoli indigeni provenienti da vari angoli del mondo. Ma, come riporta l’Independent, anche le canzoni dei Beatles finiranno sigillate in questi archivi speciali. Speciali perché, come ribadisce Elire Management Group, l’azienda che ha progettato il caveau, la struttura è pensata per «resistere al tipo di impulsi elettromagnetici estremi di un’esplosione nucleare, che potrebbero danneggiare permanentemente le apparecchiature elettroniche e distruggere i file digitali. Inoltre, le condizioni di permafrost fresco e secco aumentano la longevità dei dati memorizzati. Il supporto di memorizzazione è a prova di futuro e indipendente dalla tecnologia, quindi non importa quanto tempo è passato e come la tecnologia si è evoluta, i dati saranno ancora accessibili».
E utilizzando un’archiviazione digitale a prova di apocalisse, si vuole preservare di tutto, dai successi pop alla musica degli aborigeni australiani.
Per selezionare quale musica verrà archiviata, Elire ha collaborato con l’International Music Council. L’Imc creerà un comitato mondiale e lavorerà nei singoli paesi per scegliere le registrazioni musicali che finiranno nel caveau. Per la musica moderna sarà necessaria l’approvazione di chi detiene i diritti di copyright. La società norvegese punta a far pagare una quota ad artisti ed etichette musicali che vogliono utilizzare il bunker per consegnare al futuro il loro lavoro artistico.
«Si tratta di salvaguardare il futuro della musica», ha spiegato il presidente dell’International Music Council, Alfons Karabuda. «Non è semplicemente mettere qualcosa in un cassetto da qualche parte e conservarlo per mille anni».