La Stampa, 29 luglio 2021
La Francia mette all’asta i beni confiscati ai dittatori per aiutare l’Africa
La Corte di Cassazione francese ha rigettato il ricorso di Teodorin Obiang, vicepresidente della Guinea Equatoriale (e figlio di Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, presidente dal lontano 1978). E così la condanna di Teodorin, 52 anni, fanatico di Ferrari e di marchi di moda italiani, per riciclaggio e appropriazione indebita di fondi pubblici diventa definitiva: tre anni di carcere con la condizionale, 30 milioni di euro di multa e soprattutto la confisca di tutti i beni da lui detenuti in Francia. Non solo ed è questa la grande novità: i beni del vicepresidente saranno venduti all’asta e i proventi andranno alla Cooperazione francese, che finanzierà progetti di sviluppo nella Guinea Equatoriale, in collaborazione con la società civile (e non con il potere corrotto).Tutto questo è reso possibile da una legge approvata dal Parlamento francese il 20 luglio, sui «biens mal acquis», i beni acquisiti in maniera fraudolenta, che politici stranieri possiedono in Francia.Nel caso di Teodorin Obiang, 52 anni, un vero e proprio appassionato di qualunque marchio del lusso e del Made in Italy, si tratta della bellezza di 150 milioni di euro: in questa cifra rientra pure un palazzo su avenue Foch a Parigi, valutato 107 milioni (comprende cinema, discoteca, hammam, rubinetti d’oro e tripudio di marmi pregiati).Il caso Obiang potrebbe presto far giurisprudenza, Ci sono infatti altre dinastie di governanti africani nel mirino della giustizia francese, come i Bongo del Gabon e i Sassou Nguesso della Repubblica del Congo, che potrebbero generare nuove «restituzioni» alle rispettive popolazioni.