il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2021
Il matrimonio furioso tra Elizabeth Taylor e Richard Burton
Si innamorano, si sposano, divorziano, si risposano, ridivorziano. Ma non si lasciano. Elizabeth Taylor, detta Liz, e Richard Burton, detto Dick, sono l’icona cinematografica dell’amore. Di quell’amore fusionale, forsennato e furioso che svuota bicchieri e riempie pagine, pellicole e immaginario.
C’è la crasi, Lizanddick o Dickenliz, prima di Brangelina; c’è l’originale, senza replica: “Dopo Richard, gli altri uomini della mia vita era solo persone che mi aiutavano a infilare il cappotto”; c’è il destino, senza pietà: “Che stai facendo in casa mia?”, al telefono è il quarto marito di Liz, Eddie Fisher, e Burton non si sottrae: “Che cosa pensi stia facendo? Sto scopando tua moglie”. Insieme fanno undici film, tra cui La bisbetica domata di Franco Zeffirelli e Chi ha paura di Virginia Woolf? di Mike Nichols, insieme creano un mito bifronte.
Si annusano nel 1953 a una festa hollywoodiana, e non si pigliano: “Lei era indiscutibilmente stupenda”, ma trovò lui “spavaldo e volgare”. Il 22 gennaio 1962 il registro cambia: si ritrovano sul set di Cleopatra, lei regina cafonal, lui Antonio imbellettato, e scoprono quel che saranno per i successivi tredici anni. Insomma, si baciano, e più lungamente delle esigenze del copione e delle urgenze dello stomaco: “Vi dispiace se dico ‘stop’?” e, sempre il povero regista Joseph Mankiewicz, “Vi interessa sapere che è ora di pranzo?”. A sfruculiare nel “matrimonio del secolo” sono Sam Kashner e Nancy Schoenberger in Furious Love, e già in quel primo giorno di riprese rinvengono il terzo incomodo: non è Eddie Fisher, non è la prima moglie di Dick, Sybil Williams, che tenterà il suicidio, bensì la bottiglia. Il biglietto da visita di Burton non inganna: postumi e tremori da sbornia a battere il ciak, invero, non una rarità. Liz impara presto: “L’ho introdotta alla birra, lei mi ha presentato Bulgari”.
Diamonds are forever, e chi è Dick per dubitare: un taglio Asscher da 33,19 carati, un altro sudafricano, l’eponimo Taylor-Burton Diamond, da 69,42 che Liz indosserà solo due volte e venderà nel 1978 per cinque milioni di dollari. Al sontuoso décolleté di Mrs. Taylor si confanno pure le perle: appartenuta ai reali spagnoli e ai Bonaparte, La Peregrina è il regalo per San Valentino di Burton nel 1969. Tutto il resto sono litigi, elevati a potenza dall’alcool, dirozzati dall’(auto)ironia, destinati alla leggenda.
Ci sono e ci fanno, impossibile tracciare un confine, ma i detriti parlano da sé: televisori fracassati, stanze d’hotel devastate, bottiglie di vodka scolate senza soluzione di continuità. E alla bisogna utilizzate quali armi improprie: il regista del tv movie Divorce His, Divorce Hers (1973) Waris Hussein contempla in Furious Love la ragazzina invitata da Burton in camera e allontanata dalla Taylor brandendo una bottiglia rotta di vodka. Nelle pause tra un drink e un’ubriacatura c’è tempo per riflettere esteticamente, perfino estaticamente su quest’amore litigarello: “Perde le staffe con vero divertimento, è bellissimo da guardare. I nostri sono deliziosi combattimenti urlanti, e Richard è un po’ come una piccola bomba atomica che esplode”.
Sulla stessa lunghezza d’onda (d’urto) è Dick, che al Daily Mirror confessava la funzionalità social delle baruffe: “Viviamo, a beneficio della folla, il tipo di idiozie che si aspetta” e ne declinava le generalità: “Spesso ingaggiamo una battaglia al solo scopo di tenerci in esercizio. Io la accuserò di essere brutta, lei accuserà me di essere un figlio di puttana senza talento… Amo litigare con Liz, tranne quando è nuda”. Il body shaming è pane quotidiano, Dick addebita alla Venere dagli occhi viola gambe corte e mani tozze, e sebbene nella celebre intervista doppia a 60 Minutes del 1970, vero e proprio memento della natura tempestosa della loro relazione, dichiari che “quando insulto Elizabeth, e lo faccio spesso, non colpisco mai i suoi punti deboli” è egli stesso a rivelare istantaneamente il più debole, “il doppio mento”.
Divorziarono nel 1974, per risposarsi nel 1975 e divorziare nuovamente meno di un anno dopo: gli psicofarmaci di lei, l’alcoolismo terminale di lui, una vita troppo su di giri, o fuori giri, per essere ancora di coppia, eppure, non li abbiamo mai divisi nella nostra memoria. Noi, e forse nemmeno loro: “Non voglio essere mai più così tanto innamorata… Ho dato via tutto… la mia anima, il mio essere, tutto”. Un’unione battezzata nella Roma del trashissimo Cleopatra e rivelata al mondo dal fotoreporter Moreno Geppetti il 18 giugno del 1962, con quello che è probabilmente lo scatto più remunerato di sempre: 30 milioni delle vecchie lire, circa 370 mila euro odierni.
Richard Burton morì il 5 agosto del 1984: “Tu sei più distante di Venere – il pianeta intendo – e io sono totalmente sordo alla musica delle sfere celesti. Ma una cosa è innegabile. Ti amo e ti amerò per sempre. Torna da me prima che puoi”. Elizabeth Taylor s’è fatta attendere, fino al 23 marzo del 2011. Ma ora lassù qualcuno si ama. Anzi, litiga.