la Repubblica, 26 luglio 2021
Agli americani piace far studiare i figli a casa
Quanti bambini torneranno a scuola? Negli Stati Uniti gli amministratori scolastici stanno pianificando con le autorità sanitarie il modo in cui riaprire gli istituti a settembre. All’inizio di giugno, più della metà di tutti i distretti scolastici del Paese aveva già ripreso l’insegnamento a tempo pieno, per la gran parte a distanza ma anche con lezioni in presenza. Secondo il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie sarà possibile tornare a scuola in sicurezza, proteggendo la salute di insegnanti e studenti, a patto però che vengano adottate misure per contenere la trasmissione del coronavirus.
La pandemia ha stravolto il mondo della scuola ma anche cambiato il modo in cui una parte minoritaria ma crescente dei genitori americani pensa all’istruzione dei propri figli. A marzo, lo U.S. Census Bureau ha pubblicato i dati relativi all’insegnamento in casa, quello che gli americani chiamano homeschooling: la percentuale di famiglie che lo scelgono è salita all’11% a ottobre del 2020, sei mesi prima era al 5,4%. La rilevazione più recente prima della pandemia era stata fatta dal National Center for Education Statistics e parlava di un 3,3% di bambini in età scolare negli Stati Uniti che ricevono istruzione in casa. A metà maggio del 2021 il tasso è arrivato al 19,5%. Le ragioni che spingono molti genitori all’homeschooling sono diverse: i timori per la sicurezza dovuti alla pandemia, ma anche le esigenze particolari di alcuni bambini, la volontà di farli studiare su testi e con programmi personalizzati. Il giornalista David Crary dell’ Associated Press raccolto decine di storie per raccontare la diffusione dell’homeschooling negli Stati Uniti. In Texas, Arlena e Robert Brown di Austin hanno deciso di educare in casa tutti e tre i loro figli «con un curriculum orientato al cattolicesimo fornito dalla Seton Home Study School, che serve circa 16mila studenti a livello nazionale». Con un bambino a cui è stata diagnosticata la narcolessia e una bambina che ha un disturbo dell’apprendimento, la signora Brown non voleva che i suoi figli «diventassero una statistica e non raggiungessero il loro pieno potenziale», ha raccontato all’AP. Nel 2012, l’84% delle famiglie americane che sceglievano di educare in casa i loro figli erano bianche. I dati dello Us Census Bureau segnalano che ora la percentuale è in crescita in tutti i gruppi etnici, soprattutto tra le famiglie afroamericane. La razza ha giocato un ruolo importante nella scelta di alcuni genitori di farsi carico dell’istruzione dei propri figli in casa, spiega Crary, citando la storia di una famiglia di Chicago che ha preferito tenere il proprio figlio a casa perché «spesso era l’unico studente nero nelle sue classi» e «a volte veniva trattato ingiustamente dagli amministratori». La scuola di Dorian adesso è casa sua, e il curriculum su cui sta costruendo la sua formazione è quello della National Black Home Educators, che «fornisce contenuti per ogni materia accademica relativa alla storia e alla cultura afroamericana».