Specchio, 25 luglio 2021
La svolta di Bin Salman "Al lavoro non si prega"
Appena dai minareti si alzava la voce dell’adhan, il richiamo alla preghiera, tutto si fermava. Le auto restavano in coda davanti al benzinaio, gestori e camerieri sparivano dalle sale dei ristoranti, farmacie, supermarket si svuotavano e i clienti rimanevano in piedi ad aspettare fuori. Per cinque volte al giorno, come prescritto dal Corano, l’Arabia Saudita si bloccava e i fedeli recitavano le loro preghiere, a volte su tappetini portati da casa. Un mondo figé, come in un incantesimo di altri tempi, che adesso non esiste più. L’ultima riforma del principe Mohammed bin Salman, deciso a trasformare le metropoli saudite come Riad, Gedda o Dammam in altrettante Dubai, riguarda l’obbligo di rispettare la pausa per le cinque preghiere, in particolare quella di mezzogiorno e prima del tramonto, che più impattano sulla vita produttiva e sociale.
L’obiettivo è evitare le pause che causano una caduta della produttività. Ma anche abituare i cittadini del Regno a nuovi ritmi di vita, occidentalizzati. La nuova direttiva delle Camere del commercio e dell’industria saudite prevede che negozi ed esercizi commerciali possano restare aperti durante le ore delle preghiere e di fatto spingerà i proprietari a chiedere ai dipendenti per lo meno di organizzarsi in turni per rispettare le nuove norme.
Secondo l’economista Habibullah al-Torkistani la nuova organizzazione non danneggerà i lavoratori perché «è già previsto che abbiamo una pausa a mezza giornata, è un loro diritto». Ma ci sarà più "flessibilità", in quanto ognuno potrà decidere di farla «quando preferisce, senza paralizzare tutto». Anche negli uffici pubblici gli effetti saranno positivi, perché lo stop per le preghiere «aggiungeva un ampio margine di inefficienza».
Ma la riforma va oltre l’aspetto economico, pure importante. Prima le pause giornaliere erano regolate dalla Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, un "ministero della moralità" che controllava anche l’Haia, la temuta e famigerata polizia religiosa. I suoi agenti, spesso in borghese, avevano il potere di arrestare i negozianti che ritardavano le chiusure anche di soli pochi minuti. I titolari stranieri rischiavano persino l’espulsione. Bin Salman, conosciuto come Mbs, ha prima limitato i poteri della polizia e adesso vuole ridimensionare la Commissione.