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 2021  luglio 25 Domenica calendario

Ritratto al veleno di Selvaggia Lucarelli

La cosa che le piace di più, è stare a sbirciare gli altri tutto il giorno. Poi, scriverne. Che – di per sé – è l’essenza del giornalismo. Ma anche, se si sbaglia a prendere le misure, del pettegolezzo. Tra l’analisi di costume e il «chissenefrega» – #selvaggialucarelli #rosicona #tepiacerebbe – è questione di sottilissime sfumature.
Splendida in costume marca NotOnlyTwenty, elegantissimo indosso alle over 45 chissenefrega se parla troppo di tutto dalla dittatura militare in Myanmar, che noi ad esempio non sappiamo neppure dove sia, al look di Emma Marrone, che comunque porta traffico social Selvaggia Lucarelli dio, quanto vorremmo uscire una sera a cena con lei: «Io anatra laccata, gnocchi di riso e banane fritte. E tu?». «Involtini primavera, grazie...» è ricca di tutte le sfumature della femminilità. Compostezza. Discrezione. Riservatezza. Docilità. Senso della misura. Eleganza. E un certo savoir-faire. «Madonna come vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo!»... Sì, Selvaggia Lucarelli ha lo stesso fanatismo per le vaccinazioni del senatore Pillon per la famiglia tradizionale. Dalle bimbe di Giuseppe Conte alle fanciulle di Massimo Galli è stato un attimo. È proprio vero: i social sono gratis.
Social oltre ogni dire un numero formidabile di follower, fan e amici su Twitter, Instagram, Facebook, TikTok, Google+, Linkedin, Tumblr, Youtube, Pinterest, Snapchat, Twitch, Reddit, WhatsApp e Wechat, noi no ma molto affezionata anche alla vecchia carta stampata, Selvaggia Lucarelli si annoia molto quando legge (basta uno scroll sotto gli account dei Vip e l’idea di un pezzo la tiri fuori), ma è felicissima quando scrive. «La tivù è la vacanza, la radio è il lavoro vero, la scrittura è casa mia». A giudicare dalla qualità media degli articoli, un bilocale con cucina abitabile.
Webnauta, editorialista, ospite televisiva, speaker radiofonica, blogger, conduttrice, commediografa, attrice teatrale, scrittrice, doppiatrice, polemista e giudice televisivo, sempre e in tutto con eccellenti risultati. Ma soprattutto influencer: è fra le più ritwittate in assoluto, prima di Roberto Burioni e dopo Valentina Nappi. È più in tendenza lei sui social che la bandiera arcobaleno tra la comunità LGBT. E poi – finalmente – giornalista (pubblicista, cosa che la manda ai matti. Tiè).
Selvaggia Lucarelli, nome esotico e cognome da Civitavecchia (dove «’sti cazzi nun è na parolaccia, è na filosofia de vita!»), è dal 2002, dai tempi di Stanza Selvaggia e del secondo governo Berlusconi – speriamo ce se siano altri cinque o sei – che non si lascia sfuggire una tendenza, un personaggio, un fenomeno, una polemica del dibattito televisivo e social. Ci vuole costanza. E anche un principio di disturbo oppositivo provocatorio. 
Ossessiva compulsiva nello spidocchiare le vite degli altri per ostentarne una propria, multitasking per scelta digitale e monocorde per limiti linguistici (metafore e similitudini laziali alla «Ti desidero come na carbonara dopo mesi de dieta» in effetti sono un po’ ripetitive), più permalosa che graffiante e più rissosa che ironica, è però coraggiosissima. Duellare su Twitter con una laureata in Medicina e Giurisprudenza su un tema delicato come la sperimentazione vaccinale in atto, non è da tutti, le va riconosciuto.
Selvaggia sandali fetish da amazzone guerriera e criniera maestosa da leonessa da tastiera è, indubitabilmente, bellissima. Ma non è detto sia un vantaggio. Nel mondo dello spettacolo e anche del giornalismo, che in fondo, soprattutto nel suo caso, sono la stessa cosa si lamentano tutte che sia un limite. «Per primeggiare devi essere due volte più brava!». O più perfida.
Perfida (è nata il 30 luglio, segno zodiacale leone, ascendente serpente a sonagli), irresistibile (per il 50% è simpatica, per il restante 180 insopportabile), splendida suffragetta vetero-femminista incattivita col mondo maschile e nello stesso tempo impietosa castigatrice delle donne-vip al limite della misoginia – #femministelivorose da eclettica giornalista quale è, Selvaggia Lucarelli è l’unica firma della storia dell’informazione del sud Europa a essere riuscita a scavalcare l’intero ventaglio partitico-politico passando da Libero al Fatto Quotidiano senza fare un plissé. Olè! Salvini quando saltò dall’antimeridionalismo feroce al nazionalismo commosso, fu più elegante: deve ammetterlo anche lei.
Che vita. Toy boy, selfoni, battutine su Maria Elena Boschi – «Ammazza che rosicata Lucarè...» – thread&Travaglio, critiche da giornalino Cioè e Get real @stanzaselvaggia.
Sosta selvaggia, natura selvaggia, vita selvaggia, immigrazione selvaggia, cementificazione selvaggia, lite selvaggia, invidia selvaggia. Il mito del buon Selvaggia. Cento ricette per cucinare la selvaggina. Infatti è insieme a un cuoco. «E questo cosa c’entra scusa?». «Niente, però ho visto che da quando sta con te è in Rai».
Fidanzata a lungo con il proprio Ego, la pasionaria dei reality show – detta «la Simone de Beauvoir de La fattoria (3...)» – ha inoppugnabilmente una insana passione per celebrities tendenti al narcisismo (Scanzi, Morgan, Cruciani e Fabrizio Corona: film culto, I 4 dell’Oca selvaggia). E per le querele. Il catalogo è questo: hater, vip, intellettuali, politici, Daniela Martani, Zorzi del Grande fratello, tronisti – cosa volete, la tavolata è quella... cantanti, Massimo Giletti e «Un raro caso di donna bella, intelligente e simpatica». «Ma chi, lei?». «No: Alba Parietti». Querela e controquerela. A volte si danno, a volte si prendono. «Ahi quanto a dir qual era è cosa dura/ esta selva selvaggia, aspra e forte/ che nel pensier rinova la paura!».
«Se rinasco ha confessato una volta – vorrei rinascere Barbara d’Urso». Intanto, come tanti di noi, è costretta a riempire pagine di parole, noia e commenti. Ha una trasmissione su Radio Capital ed è anche responsabile delle sezioni Cronaca e Interni (il primo che dice che la Lucarelli è la Tina Cipollari del giornalismo politico lo denuncio per bodyshaming) del sito di informazione TPI. Che è un acronimo, come Milf.
Del resto – lo dice uno che lo fa da sempre – si può anche scrivere per una vita senza sapere perché. Come si può fare il giudice di Ballando con le stelle – è l’orribile spirito dei tempi, e non scriviamo Zeitgeist per evitare accuse nazi-fasciste – senza sapere ballare.
Comunque, la Lucarelli è una donna – moglie, madre, compagna, amante, collega – che o si ama o si odia. E noi la adoriamo.
Selvaggia, indomita, affascinante, bellissima. Sì, quella dei Famosi è la mia isola.