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 2021  luglio 25 Domenica calendario

Resiste una settimana agli attacchi dell’orso

 Da 21 anni Richard Jessee trascorreva l’estate lungo le acque del torrente Big Four Creek, in una casupola di legno lontana quasi 70 chilometri dal più vicino centro abitato. Nella più totale solitudine Jessee passava le sue giornate a setacciare la sabbia del torrente alla ricerca di scaglie d’oro. Ma quella che per tanti anni era stata una tranquilla parentesi di vita immersa nella natura è diventato la scorsa settimana un incubo degno di un thriller hollywoodiano. Il 62enne cercatore d’oro è rimasto intrappolato nella sua casupola da un orso bruno deciso a farlo a pezzi. E se si è salvato è stato per puro caso: un elicottero della Guardia Costiera che doveva volare lungo una rotta distante da Jessee, ha dovuto cambiare rotta per via del maltempo e si è trovato a sorvolare proprio l’accampamento dell’uomo e a vederne il messaggio scritto sul tetto della capanna: «Sos Aiutatemi!».
L’AGGRESSIONE
I guai per Richard Jessee erano cominciati subito, al suo arrivo alla capanna. Come al solito era alla guida di un Atv, un veicolo per tutti i terreni, che si portava dietro un piccolo rimorchio, con le riserve e gli attrezzi necessari per una permanenza di varie settimane. Nel rimorchio Jessee aveva anche il suo cellulare e munizioni di riserva per la sua pistola. Ma di colpo l’uomo è stato aggredito da un orso bruno adulto. Questi bestioni arrivano a pesare fino a 500 chili e Jessee, che pure di orsi nelle sue estati da cercatore d’oro in Alaska ne ha visti tanti, è rimasto preso in contropiede dall’aggressività e tenacia di quello che lo ha aggredito. La furia e la forza dell’animale hanno fatto capovolgere il quadriciclo che l’uomo guidava, e anche il rimorchio, finiti tutti e due nelle acque del torrente: «Mi ha rotolato come se fossi stato un giocattolo» ha raccontato il cercatore a un settimanale dell’Alaska, il Nome Nugget, dopo essere stato ricoverato in ospedale con lividi e ferite.
Jessee non ha avuto tempo di fermarsi a cercare di salvare il salvabile. Con l’orso alle calcagna è riuscito a raggiungere la capanna e a rintuzzare l’attacco sparando qualche colpo di pistola. Ma l’avventura non era finita. Infreddolito e solo, senza nessun mezzo di comunicazione, Jessee è rimasto intrappolato, perché l’orso era sempre nelle vicinanze, e la notte tentava di entrare nella casetta: «Non ci sono dubbi che stesse tentando di entrare nella mia capanna. Non so perché era così aggressivo, forse aveva dei cuccioli vicini». È noto infatti che gli orsi diventano doppiamente violenti e pronti ad attaccare se hanno dei cuccioli e sentono che la presenza degli umani è una minaccia. Jessee è comunque riuscito a scrivere «Sos Aiutatemi!» su un pezzo di compensato che ha piazzato sul tetto della capanna. Ma non ha potuto fare altro, anche perché gli rimanevano poche pallottole e non osava mettersi in cammino verso altri campi di cercatori d’oro nella zona, per timore di essere attaccato e divorato dall’animale. Molti hanno paragonato la sua vicenda a quella del film Revenant (Redivivo) con Leonardo Di Caprio, con la differenza che l’orso che all’inizio attacca l’attore e lo azzanna ripetutamente è una creazione digitale, mentre quello che ha assediato Jessee nella sua capanna era in carne ed ossa.

L’ELICOTTERO
Richard Jessee ha perso la cognizione del tempo, ma non la ragione: quando, dopo una settimana, ha sentito il rumore di un motore di un elicottero, è uscito fuori di corsa, agitando entrambe le braccia sopra la testa, un segnale di richiesta di aiuto. Il pilota dell’elicottero, il tenente Jared Carbajal, ha dunque fatto un’inversione ed è tornato a volare sopra la capanna, fino a poter leggere la frase sul tetto. Ha allora deciso di atterrare, per trovarsi davanti un uomo che avanzava carponi, il volto stravolto e sanguinante. Più tardi Jessee confesserà: «Non dimenticherò mai la faccia di quell’uomo che mi ha salvato. Ero sotto shock, ma qualcuno lassù ha voluto aiutarmi».