Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  luglio 24 Sabato calendario

Boom di furti d’acqua in California

Una mattina della scorsa primavera gli abitanti della Antelope Valley, tra la città di Los Angeles e il deserto Mojave, si sono svegliati con i rubinetti completamente asciutti. Erano a secco i lavandini, gli idranti sulla strada, le piscine; persino la centrale dei pompieri. La zona confina con il deserto, ma è ai piedi del generoso spartiacque della bassa Sierra Nevada, che non fa mai mancare la disponibilità di risorse idriche.

LE INDAGINI
Ci sono volute indagini di polizia per scoprire cosa era successo. Diverse bande criminali avevano trovato il modo di aprirsi un accesso nelle condutture a nord della valle e avevano prosciugato le riserve fino ad una soglia di estremo pericolo. Il loro furto si era aggiunto alla pratica già ben conosciuta dei malviventi di bassa lega che la notte aprono gli idranti di sicurezza installati lungo le strade per le emergenze di incendi e riempiono grosse taniche installate sui camion. In breve, una comunità di mezzo milione di abitanti era rimasta assetata, e anche dopo aver ripristinato il servizio le autorità cittadine hanno dovuto raccomandare per mesi a seguire di bollire l’acqua che veniva attinta dal fondo delle riserve. È andata peggio ai residenti della vicina Treviston, che non hanno visto una sola goccia del prezioso liquido uscire dalle tubature casalinghe per oltre un mese.

IL FILM
La questione del controllo del possesso dell’acqua in California era così centrale allo sviluppo dell’economia già un secolo fa, da aver suggerito il canovaccio di uno dei film più belli della storia del cinema: Chinatown di Roman Polanski. Oggi il problema non è più sporadico ma generalizzato in tutta la California, dove negli ultimi otto anni si calcola che siano stati rubati 45 miliardi di litri di acqua in migliaia di operazioni criminali. Le condutture di decine di scuole sono state saccheggiate; una stazione dei pompieri a North San Juan è stata lasciata a secco. Numerosissime sono le contee che hanno dovuto chiudere con i lucchetti gli iconici idranti stradali. Dove va a finire tutto questo vitale ben di Dio? Per la gran parte nei campi di coltivazione della marijuana. Nell’ultimo decennio la liberalizzazione della droga ha portato all’apertura di 8.000 fattorie legali nello stato, che hanno aggiunto una richiesta addizionale di irrigazione a quella di un’agricoltura ipertrofica e già troppo assetata. All’ombra della legalità ci sono poi 300.000 campi clandestini, sicuramente di dimensioni ridotte, per poter restare nascosti, ma per lo stesso motivo spesso anche localizzati in zone remote, lontano dalla rete idrica. È in questo sottobosco che fiorisce il mercato nero dell’acqua, alimentato dai profitti di campi che in buona parte sono finiti nelle mani delle cosche messicane, molto esperte nel gestire affari illegali. Ai margini del deserto del Mojave ci sono distese di piccoli pickup e camion di medie dimensioni sequestrati dalla polizia. È stato gioco facile scoprirli, perché avevano tutti gigantesche cisterne sterili installate sul piano di carico.

LE CISTERNE
Oggi il crimine si è fatto più sofisticato. Si utilizzano i maxi furgoni delle grandi ditte di autonoleggio, sui quali poi le cisterne vengono installate all’interno dell’abitacolo e solo per il periodo necessario al trasporto. Nelle prossimità di Sacramento è stata trovata una fusoliera d’aereo-contenitore d’acqua, che qualcuno aveva abbandonato dopo l’uso. «Il fenomeno è sempre esistito in uno stato come il nostro cronicamente a corto di risorse si difende Yvonne West, responsabile della sicurezza delle reti idriche nazionali Se emerge oggi con tanta drammaticità è perché si sovrappone ad anni di siccità e di diminuzione del flusso nelle condutture» Nei ranghi della sua agenzia ci sono solo 80 investigatori, e la multa di 1.000 dollari al giorno per chi è trovato colpevole è inefficace a scoraggiare un mercato che può produrre profitti milionari. Per questo il California Water Board sta studiando il modello adottato in Australia, dove 1000 ispettori sono stati assunti per lo stesso scopo, e dove le immagini satellitari vengono impiegate nelle indagini. L’handicap per i grandi ladri è che un grande volume d’acqua è difficile da nascondere o dissimulare, quando le giuste risorse investigative vengono attivate.