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 2021  luglio 22 Giovedì calendario

Cina-Europa: il record dei treni

Sarà che il treno è un mezzo di questi tempi meno costoso delle navi, fatto sta che il numero di convogli ferroviari che hanno mosso merci da e per la Cina ha toccato un record l’anno scorso: 12.406 treni sono andati e venuti dall’Impero di Mezzo. Gran parte ha interessato l’Europa. Succede una cosa curiosa. La maggioranza dei governi della Ue e molte imprese del Vecchio Continente sostengono di volere azzerare o limitare fortemente gli acquisti di prodotti dello Xinjiang, la regione cinese nella quale il governo di Pechino è accusato di reprimere duramente e costringere a lavori forzati gli uiguri, la popolazione musulmana locale (Washington parla addirittura di genocidio). Allo stesso tempo, però, lo Xinjiang è sempre più una regione chiave per i commerci tra Cina ed Europa. Secondo il quotidiano locale dello Xinjiang, nei primi sei mesi del 2021 per la regione autonoma sono passati 6.090 treni per un totale di 6,57 milioni di tonnellate di merci. Un record: per il nodo ferroviario di Khorgos, sul confine con il Kazakistan, sono transitati 3.057treni, una crescita di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per 4,29 milioni di tonnellate, un aumento del 67%; per il passo di Alataw, altro nodo, nella prima metà dell’anno sono passati 3.033 treni (più 41%) per 2,28 milioni di tonnellate (più 56%). Khorgos è uno dei «porti di terra» maggiori del mondo, voluto da Pechino proprio per essere una struttura di interscambio nell’importante tratta ferroviaria verso l’Europa, parte della Belt and Road Initiative, la cosiddetta Nuova Via della Seta. Il recente boom sui binari del China Railway Express – che opera 73 rotte, tocca 160 città e 22 Paesi europei con uno snodo centrale a Duisburg – è stato favorito dalle difficoltà logistiche che, a causa della pandemia, hanno sconvolto il traffico marittimo e fatto aumentare decisamente i costi di trasporto via mare. Lanciato nel 2011, il sistema ferroviario ha mosso finora 40 mila treni. E così lo Xinjiang, oggetto di contenzioso tra Pechino e l’Occidente, è oggi un passaggio strategico per la Cina che punta all’Europa. Non solo per i treni, però: nei primi cinque mesi di quest’anno, le esportazioni dalla regione sono aumentate del 62% rispetto al 2020, a quasi sei miliardi di dollari. Non sempre l’Occidente mette il business nello stesso dossier delle dichiarazioni sui diritti umani. E Xi Jinping lo sa.