Corriere della Sera, 22 luglio 2021
Sveva Casati Modignani non ha mai dormito con il marito
Sveva Casati Modignani è la nonna di Luna, 21 anni e di Lapo, 17. Se a Lapo la scrittrice 83enne raccomanda di «appassionarsi alla politica», i consigli a Luna sono molto più precisi.
Per esempio, signora?
«Le dico sempre: mi raccomando, fidanzati tanti, ma mariti nessuno».
Ma come?
«Io se tornassi indietro non mi risposerei manco morta. Materasso in spalla e via, verso milioni di avventure».
E Luna che dice?
«Per adesso mi dà retta, è intelligente e studiosa. Non pensa alle cose come il matrimonio».
Sì, avere una nonna come Sveva Casati Modignani, significa essere consapevoli che può dire tutto quello che vuole. Perché una donna che ha scritto trentacinque libri per oltre dieci milioni di copie vendute, può dire quello che vuole. Soprattutto se circondata da un affetto speciale di lettori e lettrici.
Come una specie di rockstar?
«Be’, alle presentazioni si presentano con i doni. Fazzoletti con il mio nome ricamato sopra, ninnoli. Ma ai nipoti non importa nulla della scrittrice, io sono solo la nonna».
Che cosa studiano?
«Luna ha 21 anni e ha appena finito la prima annualità di Statistica, mentre Lapo ne ha 17 e a settembre farà la quinta al liceo Scientifico».
Tutti impegnati in mondi molto razionali.
«Sì, pensi che Lapo vuole fare l’ingegnere».
Be’, non è contenta?
«Il mondo è pieno di ingegneri. Ma no, dai, scherzo, loro seguono le aspirazioni. Tutti e due, però, un poco mi hanno illuso. Qualche anno fa Luna ha provato a scrivere qualcosa, che mi ha fatto leggere. Vuole diventare come la nonna, ho pensato».
E com’è andata?
«Niente, ha lasciato perdere, spontaneamente, ignorando i miei timidi incoraggiamenti. La sostengo sempre la mia Luna».
Complicità?
«Tanta. Pensi che lei sin da bambina ha coltivato una vera passione per i jeans. E quando era più ragazzina si era intestardita perché voleva “la gonna che frulla”, una di quelle gonnine vezzose con i volant. I genitori erano contrari e allora la nonna che fece?».
Gliela comprò?
«Naturalmente sì. È quello che devono fare i nonni, no?».
Specialmente una nonna anticonformista come lei. Però, sul matrimonio, c’è un controsenso: lei è stata sposata a lungo.
«Sì, ma ho curato mio marito per vent’anni. Vede, ai miei tempi se una donna non si sposava per la gente o aveva qualcosa di sbagliato o era una poco di buono. Io ho amato mio marito, per carità, ma su una cosa sono stata inamovibile: mai dormire nello stesso letto».
E perché?
«Ma perché è da incivili! Una non dorme con la madre o con il padre e deve dormire con un estraneo?».
Ma Sveva...
«Dico sul serio e mi auguro che mia nipote non sia mai costretta a barattare la sua indipendenza: è la cosa più preziosa che abbiamo, io cerco sempre di farlo trapelare nei miei romanzi».
Lei diceva che ad un certo punto anche l’altro nipote, Lapo, l’ha illusa. Pure lui voleva scrivere?
«In un certo senso sì. Lui è appassionato di politica e io ho pensato che potesse scegliere di fare il giornalista. Le racconto un aneddoto divertente: quando era poco più che un bambino venne da me a Milano e mi disse: “Sai nonna, Berlusconi ha l’uveite, che peccato, non potrà partecipare al suo processo”. Lo disse con una tale ironia adulta che rimasi sbalordita dalla sua intelligenza. Ma entrambi i miei nipoti sono molto intelligenti, anche Luna una volta mi ha colpito per delle frasi pronunciate con una notevole proprietà di linguaggio e sa che cosa mi rispose quando glielo feci notare?».
Racconti.
«Mi disse: “Ma ti stupisci nonna? Io vivo a Firenze, la culla della nostra cultura”. Era una bambina! Come quella volta che portai Lapo a vedere Crozza dal vivo. Lui sbirciava il copione in mano agli autori e quando la puntata terminò glielo regalarono. Era illuminato dalla gioia».
Con loro le è mai capitato di parlare di temi più personali, magari dando qualche consiglio amoroso?
«Ma no, c’è pudore. Di sesso poi per carità: persino nei miei libri non ne parlo mai esplicitamente, figuriamoci in famiglia».
Ma Lapo e Luna la chiamano Sveva o Bice?
«Nonna e basta».