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 2021  luglio 21 Mercoledì calendario

Alberto Genovese cede la sua quota in Prima

Ultimi dettagli per concludere la vendita di Prima Assicurazioni, la società fondata da Alberto Genovese, il manager sotto inchiesta per violenza sessuale aggravata dopo le denunce e le indagini sulla sua “Terrazza Sentimento”. Genovese, che dovrebbe andare presto a processo, si era dimesso già a fine 2020 dalla compagnia di assicurazioni online che aveva fondato, mettendo poi in vendita la sua partecipazione in First Technologies Holding (padrona del 50,6% di Prima) che corrisponde in trasparenza al 25% del gruppo. Ancora prima che l’Ivass esercitasse la sua moral suasion il fondatore aveva infatti deciso di fare un passo indietro.
Lo scorso marzo è partito quindi un processo competitivo per rilevare la partecipazione, è stato dato mandato a Vitale & Co, e al professor Angelo Provasoli di assistere Genovese, e a Freshfields e Legance gli altri soci di minoranza della holding. Nel frattempo la compagnia, che aveva chiuso il 2020 con oltre un milione di clienti e 131 milioni di premi netti, avrebbe spinto sull’acceleratore arrivando a quota 1,2 milioni di assicurati e circa 200 milioni di premi. Il processo ha attirato l’interesse di diversi investitori di pregio, tra cui la giapponese Softbank, e si è concluso pochi giorni fa con l’assegnazione di un mandato esclusivo al colosso del private equity Carlyle, che ora starebbe definendo i dettagli della governance con gli altri due azionisti finanziari di peso, ovvero il fondo di Goldman Sachs Private Capital Investing, e quello Tactical Opportunities di Blackstone, padroni del 41,7% del capitale. La firma del contratto è stata fissata per il prossimo 27 luglio: per quella data Carlyle dovrebbe quindi chiudere gli ultimi dettagli e perfezionare l’acquisto della quota ancora in mano al fondatore di Prima. Sulla valutazione del pacchetto di Genovese e quindi della società vige il massimo riserbo, anche se da ambienti finanziari trapela che si tratterebbe di «un prezzo rotondo», e quindi ben più alto di quello dell’ultima valutazione che risale al 2018, quando Goldman e Blackstone sottoscrissero un aumento di capitale da 100 milioni per il 41,2%, valutando così l’intero gruppo circa 240 milioni.
Secondo gli analisti, applicando il vecchio multiplo pagato tre anni fa ai nuovi risultati di Prima – che continua a crescere a due cifre – si arriverebbe a una valutazione almeno doppia; ma bisogna anche considerare che questa volta non si tratta di un aumento di capitale per finanziare lo sviluppo, ma della vendita di una quota di minoranza, ancorché con alcuni diritti di governance. In proposito i legali di Carlyle (lo studio Latham & Watkins), starebbero negoziando una serie di clausole che regolino l’eventuale uscita e i poteri rispetto a Goldman Sachs e Blackstone, senza mettere in discussione l’assetto di vertice. George Ottathycal, ex partner di Bcg, co-fondatore che ha rilevato l’1,8% di Prima, dovrebbe infatti essere confermato ad anche del nuovo corso.