il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2021
Il nuovo Cile
La rivoluzione cilena non finisce mai. Dopo il sì al referendum sulla nuova Costituzione che spazza via quella del dittatore Augusto Pinochet, l’elezione di indipendenti come rappresentanti dell’Assemblea costituente, domenica alle urne delle primarie si è consumata l’ultima svolta: a contendersi la presidenza alle urne di novembre sia a destra che a sinistra saranno due giovani leve. A vincere per la coalizione di Frente Amplio il deputato Gabriel Boric, 35 anni, su Daniel Jaude, sindaco comunista con il 60,43% dei voti contro il 39,5% e per il partito al governo, l’avvocato indipendente Sebastián Sichel, 43 anni, unico dei quattro candidati in grado di battere l’economista della Udi Joaquín Lavín con il 49,08% delle preferenze contro il 31,31%.
Un ricambio generazionale non da poco se si pensa che nessuno nato dopo il colpo di Stato contro Salvador Allende del 1973 ha mai ricoperto un ruolo così importante nella Storia del Cile prima d’ora. A stupire è stata anche la partecipazione alle primarie che ha toccato il 21% dell’elettorato in un Paese in cui, almeno fino al referendum costituzionale, l’astensione è sempre stata endemica. Segno che il nuovo corso a cui hanno dato vita le proteste del 2019 sfociate poi nella richiesta di una nuova Carta per il Cile, non è destinato a interrompersi, almeno non prima del 21 novembre, data stabilita per le elezioni presidenziali in cui i cittadini cileni saranno chiamati a scegliere la successione all’attuale capo di Stato, Sebastián Piñera, da marzo 2022.
Proprio alle mani del nuovo presidente sarà affidato lo storico compito di scrivere le regole per la nuova Costituzione: missione che i candidati eletti domenica potrebbero svolgere in maniera affidabile, visto il profilo rinnovatore di entrambi.
Boric, militante e leader delle proteste studentesche del 2011, infatti, ha scavalcato completamente la generazione di sinistra della transizione alla democrazia, quella la cui ultima rappresentante fu Michelle Bachelet (2006-2010, 2014-2018) mai davvero capace di rinnovarsi negli ultimi 15 anni. Fratellastro del movimento Podemos spagnolo, e con un atteggiamento critico nei confronti dei governi di centrosinistra, il Frente Amplio, coalizione di partiti e movimenti di centrosinistra protagonisti dell’ultimo decennio in Cile, nel 2017 è riuscito a ottenere 20 deputati e un senatore nonché 21 seggi all’Assemblea costituente con a capo lo stesso Boric, il quale è stato non a caso uno dei dirigenti di sinistra a spingere per l’accordo con Piñera per la nuova Costituzione.
“Non abbiate paura dei giovani per cambiare il Paese”, ha dichiarato Boric, che solo quest’anno ha raggiunto l’età minima per sedere a La Moneda, nel suo primo discorso nel quale ha citato e si è definito discepolo di Allende. “Si apriranno grandi strade dalle quali passeranno uomini e donne libere per costruire una società migliore”, ha concluso Boric, che nel programma con il quale si è presentato alle primarie ha puntato a conquistare l’opposizione, a differenza dello sfidante Jaude, soprattutto con discorsi trasversali come la decarbonizzazione del Paese, la politica ambientale, il femminismo e la riforma fiscale.
Contro di lui competerà Sichel, con un passato da democristiano di centrosinistra, leader di un mondo indipendente all’interno del partito, seppur un volto non sconosciuto, essendo stato fino all’anno scorso ministro dello Sviluppo sociale del governo Piñera, ma a differenza del candidato tradizionale, Lavín, sostenitore della meritocrazia, di uno Stato più trasparente, dell’imprenditoria, della diversità e della sicurezza pubblica. “Questi numeri ci consentono di pensare che possiamo arrivare al governo”, ha detto sicuro di vincere a novembre Sichel. Anche questa volta, come per le elezioni dell’Assemblea Costituente, la vera spallata gli elettori l’hanno data ai partiti tradizionali, i quali correranno con candidati esclusi dalle primarie e ancora non ufficiali come la socialista Paula Narváez, il radicale Carlos Maldonado e la presidente del Senato, la democristiana Yasna Provoste.