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 2021  luglio 19 Lunedì calendario

Viva Luisa Adorno

Solo Luisa Adorno ha raccontato la Sicilia con allegria. Nell’immensa biblioteca dedicata all’Isola Plurale solo questa pisana, morta il 13 luglio a 99 anni, si è liberata del cupo pessimismo consegnando alla leggerezza l’ombelico del mondo. Ha scritto sette bei romanzi e un capolavoro, L’ultima provincia(Sellerio), archiviato però come letteratura minore, brillante e arguta, ma minore, proprio perché ha violato il codice e si è liberata dei Vinti senza dissiparsi nella pirandelleria né perdersi nella mafia. Il pretesto di Mila Curradi Stella (questo il suo nome all’anagrafe) fu il signor prefetto, suo suocero, che mangiava verduredda, odiava le correnti d’aria e, all’autista che accelerava, diceva «l’alberi currunu», ma era depositario e guardiano di un costume adamantino e severo: «Servu sugnu», servitore dello Stato sono. Altro che casta, altro che impunità. È il modello di terrone che il vecchio Sud selezionava per l’Italia. Ma L’ultima provincia è anche il libro che supera Brancati, perché la pigrizia e la frenesia, le canicole del sentimento, la donna ingravida-mariti e la mamma-mammella sono sì consegnate all’ironia, ma mai alla caricatura. E l’aria di casa e gli odori di casa non sono quelli disperati di Vittorini; non c’è la casa del Nespolo, ma la casa del bosco che custodisce le emozioni mentre fuori c’è il baccano.
Qui i giganti si sentono nani e gli splendori non sono tossici come nel Gattopardo. Il dialetto non è reinventato, né “alla Camilleri” né “alla minchia, aahh”, ma è il corretto uso di un’altra cultura, dell’uovo fritto con due tuorli, del figlio di mamma che Luisa Adorno sposò per liberarlo dalla paura della luce, dell’acqua e del movimento. E c’è il destino nello “scignò” di Concetta, il “tuppo” che richiede tempo e lavoro e non si potrà mai più spettinare neppure tagliandoselo: «E doppo ca s’ave a fare lo scignò», «Vossia cu chissu scignò!». Sorrisi, pasta scolata, la Prefettura come l’Impero, la vendemmia, i picciriddi, il bacile e la pannizza, il fascista democratico...: la Sicilia come gioia del lettore non è ammessa e, dai coccodrilli che (non) le sono stati dedicati, si capisce che Luisa Adorno resterà “minore”. Ma L’ultima provincia tenacemente aspetta il prossimo lettore che, come tutti gli altri che dal 1962 lo conquistano col passaparola, lo promuoverà tra i maggiori pensando di avere scoperto, lui, un capolavoro.