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 2021  luglio 19 Lunedì calendario

Bastano 12 influencer per inquinare i social

Una “sporca dozzina” di “influencer” è responsabile del 65 per cento della disinformazione sui vaccini in lingua inglese condivisa sui social. Lo dice il dossier pubblicato a marzo dal Center for Countering Digital Hate, drammaticamente tornato attuale nell’America dove la campagna vaccinale ormai stenta – le dosi non mancano, ma si è riusciti a immunizzare totalmente solo il 49 per cento della popolazione – e la variante Delta fa schizzare del 400 per cento i positivi negli Stati più scettici. E infatti si torna a puntare il dito sui propagatori di fake news. I 12, certo. Insieme ai social che non li silenziano: permettendogli di raggiungere, sfruttando i labirinti della rete, ben 58 milioni di utenti. Complice pure un giro d’affari che vale un miliardo l’anno: fra quanto le piattaforme guadagnano grazie a chi vuol farsi pubblicità fra quel pubblico e quanto spendono gli stessi No Vax per avere più visibilità. Tanto che Joe Biden li ha accusati di complicità: «La disinformazione da voi diffusa uccide». Concetto ribadito pure dal virologo Anthony Fauci: «Se anni fa fossero circolate le false informazioni di oggi, avremmo ancora vaiolo e poliomielite».
Il volto più noto dei dodici è Robert F. Kennedy Jr, nipote dell’ex presidente Jfk, assassinato nel 1963. Il cognome gli ha prima permesso d’imporsi come autorevole ambientalista, poi di pubblicare con successo il libro Thimerosal: Let the Science Speak dove espone la tesi ampiamente contestata dagli studiosi secondo cui nei vaccini c’è un composto mercuriale, il thimerosal, capace di alterare lo sviluppo neurologico dei minori provocando l’autismo. Attivissimo, col Covid ha estremizzato le sue posizioni, diffondendo assurdità su 5G e Bill Gates.
C’è poi il guru della medicina alternativa Joseph Mercola, autore di bestseller venduti anche in Italia, a capo di un giro d’affari da 100 milioni di dollari basato sulla vendita di integratori alimentari spacciati ora pure come cura anti-Covid. La Food and Drug Administration gli ha intimato d’interromperne la pubblicità: ma lui non si ferma, anzi, è il più generoso donatore delle organizzazioni No Vax. Come pure i Bollinger, Ty e la moglie Charlene: ex istruttori di body building, hanno messo in piedi un impero vendendo preparati anti- cancro, spacciati come alternativa alla chemioterapia. E ora sostengono di avere pure una cura per il Covid. Impegnati politicamente, finanziano Donald Trump e i cospirazionisti di QAnon.
Molti dei No Vax più influenti sono osteopati e naturopati: a partire dalla veterana Sherri Tenpenny, nemica dei vaccini fin dal 1986. Rashid Butter è invece un sostenitore della “terapia chelante”, a base di composti capaci di legarsi a metalli pesanti, spacciata come cura universale. Erin Elizabeth (fra le poche bannate da Facebook) ha sparso il falso mito dell’infertilità provocata dal siero. Sayer Ji è il fondatore di un portale di medicina alternativa. Christiane Nortrup sostiene che fare pilates permette di non ammalarsi. Ben Tapper è un chiropratico. E Judy Mikovits è la screditata autrice di uno studio sulla fatica cronica, protagonista del video virale Pandemic, dove sostiene la tesi del virus scatenato per profitto. A prendere di mira la comunità afroamericana ci pensa invece Rizza Islam, esponente di quella Nation of Islam di cui fecero brevemente parte pure Malcom X e Mohammed Alì, oggi considerata "organizzazione di odio” per i pregiudizi razziali teorizzati. Secondo Rizza (e un altro influencer Kevin Jenkins) il vaccino diffonde l’autismo fra i neri. Ciarlatani, avventurieri, imprenditori dell’ignoranza, affamati di denaro. Eccola la “sporca dozzina” che si cela dietro le paure di molti.