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 2021  luglio 17 Sabato calendario

Guaio per Macron, indagato il ministro della Giustizia

PARIGI Per la prima volta in Francia un ministro della Giustizia in carica, nella fattispecie l’uomo scelto e molto voluto dal presidente Macron, Eric Dupond-Moretti, è indagato, per atti commessi nell’esercizio delle sue funzioni.
L’accusa rivolta a Dupond-Moretti, l’avvocato più popolare di Francia, è abuso di conflitto di interesse: avrebbe approfittato del suo ruolo di ministro per regolare i conti con i magistrati con i quali aveva problemi fino a pochi mesi prima, quando era ancora il principe del foro.
Sessant’anni, doppia nazionalità francese e italiana, figlio di un operaio e di una donna delle pulizie, un tempo difensore tra gli altri di Abdelkader Merah (il fratello dello stragista di Tolosa), di Karim Benzema (il campione di calcio) e di Julian Assange (il fondatore di Wikileaks), re delle assoluzioni (oltre 150), Eric Dupond-Moretti è stato chiamato al governo da Macron il 6 luglio 2020 per prendere il posto dell’incolore Nathalie Belloubet.
Il presidente lo ha scelto un po’ per dare voce ai tanti insofferenti della società dei divieti (Dupond-Moretti fuma, non si nega qualche bicchiere di rosso, è detestato dalle femministe per la difesa della «galanteria alla vecchia maniera»), e un po’ per dare un segnale alla magistratura considerata troppo invadente.
Le fatture telefoniche
L’ordine di perseguire i magistrati che avevano spulciato i conti
suoi e di altri legali
Solo che la magistratura ha raccolto la sfida. La Cour de Justice de la République ha aperto un’inchiesta su di lui nel gennaio scorso dopo le denunce di tre sindacati della magistratura e dell’associazione contro la corruzione Anticor, che contestano conflitti di interessi di Dupond-Moretti in due dossier.
Nel primo, al ministro viene contestato il fatto di avere ordinato un’inchiesta amministrativa contro i tre magistrati che mesi prima, quando lui era ancora avvocato, avevano spulciato le fatture telefoniche sue e di altri legali, sospettati di avere passato informazioni a Nicolas Sarkozy e al suo avvocato Thierry Herzog (grande amico di Dupond-Moretti) nel caso «Bismuth».
Nel secondo dossier, il ministro viene accusato di avere ordinato sanzioni amministrative contro un giudice distaccato a Monaco, Edouard Levrault, che aveva osato perseguire uno dei clienti di Dupond-Moretti.
Secondo una prassi inaugurata da Bernard Tapie nel 1992 e sempre osservata finora, un ministro indagato si dimette. Ma il premier Castex si è affrettato a confermare ieri tutta la sua fiducia a Dupond-Moretti, uscito indagato da sei ore d’interrogatorio. «Una decisione scontata, presa in anticipo – ha detto l’avvocato di Dupond-Moretti, Christophe Ingrain —. Ne chiederemo la nullità». Macron sottolinea la presunzione di innocenza ma è in imbarazzo: poche settimane prima di essere eletto ribadiva solennemente che «un ministro indagato deve dimettersi».