la Repubblica, 17 luglio 2021
libertà uguaglianza fraternità, sono utopia allo stato puro
Come vi sembra l’idea di un Parlamento mondiale elettivo, insediato con il voto dell’umanità al completo, che poi esprima un governo mondiale riconosciuto?
Considerando le guerre, i nazionalismi, l’odio religioso, le rivalità commerciali, le radicali differenze di cultura, di assetto sociale, di usanze, di senso comune, è un’idea inverosimile, e solo un pazzo può perdere il suo tempo a coltivarla. Vale, in termini di realizzabilità, quanto l’ipotesi di un’invasione aliena illuminata, che rimetta in riga homo sapiens e lo renda sapiens per davvero.
Al tempo stesso, alla luce del fatto oggettivo che non esiste problema, oggi, dalla pandemia all’ambiente, dal clima alla sussistenza, che non sia globale (e finalmente la Terra ci appare per quello che è, un unicum anche piuttosto piccolo) l’idea di un Parlamento mondiale elettivo è la più sensata e ragionevole delle prospettive. Pura logica applicata. Sono questi i pensieri che solleva il libro-proposta di Mario Capanna, Fabio Minazzi, Stefania Barile presentato ieri a Roma, e non sono pensieri facili da reggere.
Perché significa che la più irrealizzabile delle idee è anche la più ragionevole (e viceversa). E dunque i conti non tornano. Noi siamo il cammello, il governo mondiale è la cruna dell’ago, come possiamo sperare di passarci dentro?
L’utopia, del resto, non è fatta per la cronaca, e sicuramente non per la politica, che ha i tempi nevrotici del “tutto e subito”. Ma senza, è difficile vivere, schiacciati dalla contabilità del giorno per giorno. Per altro, consola sapere che i tre cardini sui quali si regge la cosiddetta democrazia, libertà uguaglianza fraternità, sono utopia allo stato puro. Eppure, a queste tre chimere viviamo aggrappati.