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 2021  luglio 17 Sabato calendario

Intervista a Beppe Servillo


Non c’è voglia, ma proprio nessuna, di usare la parola celebrazione. E se scappa, scatta il rewind in tempo zero: «È un festeggiamento». Ha il tono paziente Peppe Servillo, di chi è sicuro che i 40 anni di musica degli Avion Travel non hanno nessuna spinta nostalgica e dunque nessuna necessità di celebrare un bel pezzo di vita. Della Piccola Orchestra e personale. Ma far festa sì, stasera alla Suoneria di Settimo (via Partigiani 4; alle 21) con la scelta di un momento fortunato e illuminato dall’incontro con Caterina Caselli: l’uscita dell’album «Opplà» nel 1993.
Riprendete l’«Opplà Tour» in differita di un anno come Europei e Olimpiadi, perché è nel 2020 che cadeva il quarantennale, ma oggi è il gran giorno per quel disco: lo ripubblicate.
«L’etichetta Sugar della Caselli oggi lo rimette in circolazione. E stasera sarà un concerto dedicato agli Anni 90, a quei pezzi che ci legano al nostro pubblico e alla nostra storia. Quelle canzoni che indossiamo come un abito da sera».
Quindi nessun altro riferimento, nessun brano del disco diretto e per lo più scritto da Paolo Conte, «Danson Metropoli»?
«Niente fuorché “Opplà”, inizio del nostro repertorio connesso alla cultura popolare. La fortuna delle canzoni è che cambiano nel tempo insieme al pubblico, che diventa più vecchio oppure nuovo. Con Conte fu un’esperienza bellissima, ma quello fu un disco da interpreti».
L’eccezione alla scaletta è l’ultimo singolo appena uscito, “Il fiume”, in queste ore ancora elemento ambientale devastante e che canta come «porta fuori dalle case e dalla città»: metafora contemporanea?
«È un concetto semplice e riferimento della cultura popolare, è l’idea del tempo che scorre e porta in un paesaggio, la campagna, dove si materializzano le nostre ansie. Il fiume ci dice prima cosa ci aspetta».
Lei non sembra uno che lotti contro l’ansia. C’è qualcosa che le manca?
«Nulla perché sono felice della mia vita e del mio essere girovago, con la musica soprattutto. Un progetto che condivido con i compagni di sempre, e questa è una forza. Oggi che siamo tornati a suonare dal vivo ritroviamo il fascino del riavere il senso del nostro lavoro con il respiro del pubblico. Io sono un autodidatta e considero ogni esperienza un passo in più».
Da 30 anni lei vive a Roma, ma gli Avion Travel sono il Sud, anche quando cantano in italiano: in 40 anni nulla è mutato fra voi e quelle terre?
«Napoli, Caserta e il Sud sono vitalità, magia potente. È viscerale il rapporto, noi il Sud lo sentiamo».
A Torino lei è venuto tante volte, nei teatri con altri attori, con Fabrizio Bentivoglio e con suo fratello Toni: tornerete?
«Per me Torino è stupenda. Come tutto il Piemonte, incredibilmente sono nato ad Alessandria. Ma oggi nessuno di noi sa cosa succederà». —