Il Sole 24 Ore, 17 luglio 2021
Con la coibentazione risparmi di petrolio come 20 milioni di auto
Analisi della fondazione europea Eiif. Se il sistema industriale e produttivo investisse risorse nell’isolamento termico, l’Italia risparmierebbe ogni anno energia pari a 1,45 milioni di tonnellate di petrolio e non emetterebbe ogni anno nell’aria 3,86 milioni di tonnellate di anidride carbonica, quell’odiata CO2 accusata di cambiare il clima del mondo. Dopotutto, anche solamente in termini miopi di portafogli, nell’industria il costo dell’isolamento termico e della coibentazione viene ripagato in appena un anno, e dall’anno successivo è tutto vantaggio.
Non c’è miglior chilowattora di quello che non viene usato. Da qui la proposta delle aziende del settore di dare più attenzione normava all’efficienza energetica, alle cosiddette esco (aziende specializzare nel risparmio di energia), ai produttori di materiali isolanti, al mondo dei calcoli termici e della istallazione.
Per esempio, una scheda standardizzata potrebbe semplificare molto il rilascio dei preziosi certificati di efficienza energetica, una premialità ambientale che le normative complesse da applicare rendono sempre poco appetibile per gli investimenti delle imprese che hanno dispersioni di calore.
L’Eiif (European industrial insulation foundation), un think tank che raccoglie le esperienze delle maggiori aziende e centri ricerche in Europa, ha pubblicato pochi mesi fa lo studio «The insulation contribution to decarbonise industry» nel quale viene affrontato e analizzato nel dettaglio il potenziale di risparmio energetico e di riduzione di emissioni di CO2 connesso con le coibentazioni industriali nell’Unione europea. Serbatoi con isolamenti vecchi ormai inefficienti, valvole non foderate da coibentazioni, tubature di vapore avvolte in fasciature approssimate, caldaie con isolamenti inadeguati: spesso basterebbero piccoli interventi per conseguire grandi vantaggi duraturi.
«Il potenziale di riduzione di emissioni connesso con l’incremento di efficienza dei sistemi di coibentazione industriale a livello europeo è pari a 40 milioni di tonnellate di CO2 l’anno —?specifica Michele Mannucci, vicepresidente della fondazione europea Eiif e operatore dell’isolamento termico industriale con una primaria azienda livornese, la Termisol Termica – con un risparmio energetico equivalente al consumo di energia di circa 10 milioni di abitazioni o di circa 20 milioni di autovetture».
In Italia l’Eiif ha fatto una stima assai dettagliata da cui emerge che i segmenti industriali con il maggiore potenziale di riduzione di costi energetici (e di emissioni) sono proprio i più esposti alle politiche di riduzione delle emissioni, quei settori “hard to abate” analizzati di recente in una proposta Interconnector dettagliata dagli analisti della Boston consulting group.
Ecco secondo l’Eiif i primi tre settori industriali, in cifre: la produzione elettrica potrebbe coibentare fino a risparmiare energia pari a 416mila tonnellate equivalenti a petrolio, cioè 1,25 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno nell’aria. In seconda posizione l’industria mineraria non metallifera (157mila tonnellate di petrolio, 450mila tonnellate di CO2) e terza la raffinazione di petrolio (155mila tonnellate equivalenti petrolio, 545mila tonnellate di CO2). Poi la chimica, l’agroalimentare, la metalmeccanica e così via.
Aggiunge Alberto Forbiti, amministratore delegato dell’azienda milanese Riva Mariani, attiva da oltre 80 anni nell’impiantistica industriale: «Nel caso dell’Italia i dati fanno vedere che il potenziale di riduzione annuo di emissione di CO2 pari a 3,86 milioni di tonnellate di CO2 è equivalente al consumo energetico di circa 1 milione di abitazioni o di 2,1 milioni di autovetture. Una migliore e più efficiente coibentazione, inoltre, riduce gli stress termici degli impianti e i rischi derivanti dalla corrosione migliorando l’efficienza degli impianti stessi».