Avvenire, 17 luglio 2021
93mila americani sono morti per overdose
Il coronavirus non è stata l’unica epidemia a mietere vittime negli Stati Uniti lo scorso anno. Più di 93mila americani sono morti per overdose nel 2020, rispetto ai 345mila uccisi dal Covid e più del doppio dei decessi per incidenti stradali. Si tratta di un aumento di circa il 30% rispetto all’anno precedente.
L’impennata, rivelata dal governo Usa questa settimana, non è stata una sorpresa per gli specialisti, che hanno assistito al costante aumento della dipendenza da oppiacei durante la pandemia. Ma ciò non rende le statistiche meno terrificanti. Si tratta infatti del più alto numero di morti per overdose nella storia degli Stati Uniti, all’interno della peggiore crisi da tossicodipendenza americana. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), più di 900.000 persone sono morte per overdose dall’inizio dell’epidemia di oppiacei negli Stati Uniti, cominciata nel 1999 circa. Si pensa che siano state proprio le conseguenze della pandemia a portare all’esplosione dei casi di dipendenza. Le risorse sanitarie sono state infatti reindirizzate verso la gestione delle infezioni, i farmaci anti-dipendenza sono stati più difficili da ottenere e lo stress è aumentato drasticamente. I tossicodipendenti si sono inoltre trovati più isolati, lontani da altre persone che avrebbero potuto chiamare i soccorsi.
Il Vermont resta lo Stato più colpito, con i decessi in aumento del 57,6 percento, seguito dal Kentucky al 53,7 percento. Dal suo insediamento, Joe Biden insiste che combattere l’epidemia di overdose è una «priorità urgente» e ha inserito nel suo budget 41 miliardi di dollari per i servizi di prevenzione e trattamento antidroga.
Intanto stanno arrivando alla fine le azioni legali contro le società farmaceutiche intentate dalle comunità che hanno perso migliaia di persone ai potenti antidolorifici, commercializzati con aggressività da Big Pharma, che per decenni ne hanno promosso i benefici presso medici e pazienti, minimizzando i rischi di dipendenza. Ormai quasi tutti i 50 Stati Usa hanno sottoscritto un accordo con Purdue Pharma e i suoi proprietari, la famiglia Sackler, che mira a risolvere circa 3.000 cause contro il produttore di Oxy-Contin e i suoi proprietari. Quasi due anni fa, i Sackler avevano proposto di pagare 3 miliardi di dollari per chiudere i contenziosi in rapido aumento, ma avevano rifiutato di rendere note centinaia di migliaia di e-mail e comunicazioni interne sull’OxyContin. Ora il contributo dei Sackler è salito a 4,5 miliardi, più altri 225 milioni in un accordo civile con il Dipartimento di giustizia, oltre alla pubblicazione di 33 milioni di documenti. Il patrimonio netto della famiglia è di circa 11 miliardi di dollari, in larga misura grazie ai profitti di Purdue.