La Stampa, 16 luglio 2021
I grillini e l’anarchia ritrovata
Un pranzo. Una foto. Uno scherzo: sì, forse avevano scherzato Grillo quando diceva che Conte non aveva le qualità per guidare il Movimento 5 stelle e Conte quando replicava che mai e poi mai avrebbe accettato una «diarchia» con il Fondatore. A vederli come sono apparsi ieri in una foto diffusa dopo il pranzo davanti alla spiaggia di Marina di Bibbona sembrano due amiconi, d’amore e d’accordo su tutto. Ed è significativo che la foto non sia stata seguita da nessun comunicato, nessun commento, tranne quelli dei big pentastellati felici di vederli di nuovo insieme sorridenti e senza facce lunghe, e convinti che questo basti per garantire la «ripartenza» del Movimento.
In realtà l’incontro vicino alla villa al mare di Grillo e le immagini di intesa ritrovata corrispondono alla visione del Fondatore: il quale voleva che fosse chiaro, esplicito all’esterno che la nuova strutturazione del vertice non sarebbe stata mirata a emarginarlo. Ed in effetti s’è appreso poi che i due stanno lavorando alla definizione degli incarichi, e Conte ha fatto di tutto per convincere Grillo che la sua non sarà una leadership solitaria. Inoltre dare il via al voto degli iscritti su Conte e sul nuovo statuto, senza dare un segnale di concordia alla base, avrebbe esposto la consultazione al rischio di scarsa partecipazione o di ulteriori divisioni.
Pur amante delle norme scritte e delle carte bollate e firmate, come ogni buon avvocato, Conte accetta così di riconoscere la regola numero uno del Movimento: l’anarchia interna, la difesa dei propri valori fondamentali anche a costo di contraddirsi: è a questo che è chiamato il nuovo leader, non a una rifondazione che alla fine avrebbe rischiato di omologare M5S a un classico partito. Ma poiché questa volta di parole pesanti come pietre ne sono volate parecchie, resta incredibile che i protagonisti del più sanguinoso scontro della storia dei 5 stelle possano credere davvero di cancellare tutto con uno scambio di sorrisi in una foto e il rilancio dell’obiettivo grillino del 2050. Scadenza importantissima, per carità: ma il problema è cosa fare nel 2021, ’22, ’23, se aiutare Draghi come vuole il Fondatore o contestarlo e fino a che punto e con quali margini di autonomia, come vorrebbe il nuovo capo politico dei 5 stelle. —