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 2021  luglio 16 Venerdì calendario

Intervista a Danilo Gallinari


ROMA
Salito sul volo quasi last minute dell’Italbasket per Tokyo senza fare scalo a Belgrado, perdendo con gli Atlanta Hawks la coincidenza per l’anello (sulla rotta Phoenix-Milwaukee) e facendo decadere la prenotazione azzurra del passeggero Abass, il viaggiatore Danilo Gallinari, a quasi 33 anni d’età (l’8 agosto) e 13 nella prima classe della Nba, realizza un sogno. «Ho sempre avuto in testa di giocare le Olimpiadi con la Nazionale», canta il Gallo subito dopo la presentazione romana della comitiva azzurra dei canestri, comprendente anche la formazione del 3x3 femminile allenata da Andrea Capobianco, che oggi partirà alla volta dei Giochi. «Ho realizzato il mio desiderio più grande: per i giocatori della mia generazione la Nba non era una cosa vicina. Il sogno sono sempre state le Olimpiadi. Ci eravamo andati vicini una volta, ma adesso ci siamo e sono davvero contento», giura l’uomo in più a disposizione del ct Meo Sacchetti, l’architetto dell’eroica dozzina al Preolimpico, per la spedizione a 5 cerchi.
Fisicamente, dopo una stagione regolare e un playoff fino alla finale di Conference Nba, come si sente?
«La stagione è stata lunga e tosta. Però ci sono: mi sento sano e pronto per i Giochi».
Dove ha visto Serbia-Italia? Aveva capito, da spettatore interessato, che tirava aria di impresa?
«Ero a casa, con mia moglie e mia figlia, ad Atlanta. Da tempo sapevo che sarebbe arrivato il nostro momento, lo dicevo a tutti gli azzurri con cui mi sentivo. La sera prima della partita avevo parlato al telefono con Melli: ero convinto che saremmo andati a Tokyo. Il mio pensiero fisso, anche dopo l’uscita dai playoff Nba, è sempre stato l’Olimpiade».
E Gallinari cosa può aggiungere alla Nazionale che ha steso la Serbia a Belgrado?
«Non ho segreti, penso di poter dare quello che ho sempre dato. Questa squadra è versatile e intercambiabile nei ruoli e anche io lo sarò».
Dopo una stagione Nba con il pubblico, seppure contingentato, a Tokyo ritornano le porte chiuse...
«Sembrerà di tornare alla bolla Nba di Orlando di un anno fa. Ogni giocatore vorrebbe giocare davanti a 20 mila spettatori, ma dovremo essere forti mentalmente. In ogni caso giocheremo per vincere».
Girone con Germania, Australia e Nigeria: le ultime due hanno battuto gli Usa in amichevole. Impressioni?
«Sarà un girone molto difficile. La forza dell’Australia era risaputa, la Nigeria ha dimostrato di essere tosta e la Germania ha fatto un grande Preolimpico».
E sugli Usa? Una volta mandavano il Dream Team, adesso sembra quasi che prendano l’appuntamento olimpico con disinvoltura.
«La loro è una cultura diversa. Al liceo e al college non sognano le Olimpiadi, ma crescono pensando ad altri obiettivi».
A Tokyo vi inginocchierete per il Black Lives Matter?
«La Carta Olimpica vieta qualsiasi dimostrazione del genere. Quindi non penso che nessuno potrà farlo durante le Olimpiadi». —