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 2021  luglio 16 Venerdì calendario

Versace, la villa maledetta. A 24 dal delitto dello stilista, altri due morti

La morte è una capricciosa e sgarbata signora che – sapete – ha le sue abitudini. Alle volte, per dire, si diverte a prendere appuntamenti molto precisi. Il 15 luglio 1997 lo stilista Gianni Versace venne freddato dal serial killer Andrew Cunanan sui gradini d’ingresso della sua casa al 1116 di Ocean Drive, nella parte sud di Miami Beach, con due colpi alla testa. Esattamente ventiquattro anni dopo due uomini sono stati trovati morti all’interno di una stanza nella Versace Mansion, che oggi è un albergo. Un cambio di destinazione d’uso che avrebbe dovuto sbianchettare la lugubre fama di edificio maledetto, ancorché lussuoso. Ma non è certo con questi mezzucci che si può raggirare la morte, una volta che si è messa in testa una cosa.
Secondo quanto ha riferito l’emittente «Fox News», i due cadaveri sono stati ritrovati dagli addetti alle pulizie all’interno di una camera di «The Villa Casa Casuarina» verso le 13,20 ora locale di mercoledì (le 19,20 italiane). La direzione dell’hotel ha chiamato le forze dell’ordine. L’indagine aperta dalla polizia di Miami Beach ha consentito di identificare le vittime come Adam Rashap, 31 anni, del New Jersey, e Alexander Gross, 30 anni, della Pennsylvania. Entrambi avevano ferite da arma da fuoco alla testa, l’ipotesi è di «apparente doppio suicidio», come dice a Abc News Ernesto Rodriguez, portavoce del Dipartimento di Polizia di Miami Beach. Tra le suggestioni, il fatto che i due abbiano inscenato un doppio suicidio rituale nei luoghi e nel nome dello stilista, che è un’icona gay.
«The Villa Casa Casuarina» nella Versace Mansion è un hotel dal décor magari un po’ sopra le righe ma decisamente lussuoso. Se vuoi provare il brivido di dormire in una delle stanze in cui aleggia lo spirito del geniale stilista di origini calabresi devi essere disposto a sborsare 1.445 euro per una superior suite e oltre il doppio per la cosiddetta «master suite di Gianni». Però sono soddisfazioni: se vai a sguazzare nella piscina (nemmeno tanto grande) puoi camminare sopra al grande mosaico tondeggiante che riproduce la testa di Medusa simbolo della griffe, ovunque una cascata di affreschi similpompeiani, cuscini animalier e languidi canapé. E puoi anche mangiare dei «lobster spaghetti» nel ristorante dal nome (indovina un po’?) Gianni’s. Ma certo, devi essere pochissimo scaramantico (oltreché ben rifornito di denaro) per decidere di trascorrere qui il tuo soggiorno a Miami.
I due cadaveri di Ocean Drive sembrano volerci spingere a rievocare quanto accadde quel caldo 15 luglio del 1997, quando Gianni Versace, cinquant’anni, alle nove e sei minuti di mattina, mentre si apprestava a salire le scale della sua villa tornando dalla sua solita passeggiata mattutina senza guardaspalle, che del resto mai aveva mai pensato fossero necessari visto che il suo volto era molto meno conosciuto del suo brand, si trovò davanti Andrew Cunanan, ex modello, prostituto, serial killer, con una pistola in mano. Pùm, pùm. Versace spirò inzuppato dal suo stesso sangue, e la sua morte divenne anch’essa un brand. Pochi giorni dopo anche Cunanan, che – si scoprì – aveva ucciso in precedenza altre quattro persone, pose fine alla caccia all’uomo messa in scena dalla polizia di Miami dandosi la morte nella casa galleggiante in cui si era rifugiato, ormeggiata poco distante dalla Versace Mansion.
Versace, che ieri è stato ricordato dalla sorella Donatella con una foto di loro bambini postata sui social, aveva acquistato la dimora nel 1992 per poco meno di tre milioni i dollari, ripristinando l’originario nome di Casa Casuarina, ispirato al pino marittimo australiano. Ci trascorse cinque anni continuamente ingrandendola, arricchendola, facendone anno dopo anno un monumento a se stesso, alla sua vita e al suo marchio. Non poteva immaginare che si sarebbe trasformato nel suo cenotafio.