Avvenire, 16 luglio 2021
Biografia di Capri
La bibliografia sull’isola di Capri comprende quasi duemila libri, pubblicati prevalentemente dall’inizio dell’era turistica. Questo inizio, per l’isola, è fissato nel 1826, quando fu scoperta la Grotta Azzurra da due capresi, il notaio e locandiere Giuseppe Pagano ed il marinaio Angelo Ferraro, e da due giovani pittori tedeschi: August Kopisch ed Ernst Fries. Quelli della bibliografia caprese sono, per lo più, libri di autori italiani e di ogni parte del mondo che, soggiornando nell’isola, per breve o lungo tempo, quasi sempre si sono considerati suoi abitanti d’elezione. In questo particolare tempo della storia dell’umanità e di quella di Capri, dove per mesi non sono arrivati più turisti, la bibliografia si è accresciuta con riedizioni e pubblicazioni di nuovi libri.
Tra i libri riproposti c’è il romanzo L’approdo del caprese Edwin Cerio, pubblicato nel 1930 (pagine 286, euro 20,00). Descrive come l’industria culturale porta la cultura dell’isola (che è denominata ’Apragopoli’) ad un livello sempre più basso, disintegrando quel bello che elogia e pubblicizza per motivi essenzialmente utilitaristici. E c’è La storia di San Michele di Axel Munthe (pagine 428, euro 20,00), che pubblicato in inglese a Londra nel 1929, è stato tradotto in oltre cinquanta lingue ed è stato uno dei best-seller del Novecento. Si presenta come l’autobiografia di un autore svedese che si laureò in medicina a Parigi, esercitò a Roma, e soggiornò ed agì spesso ad Anacapri, quando questa mostrava ancora particolari aspetti della sua antica cultura, che egli descrive in attraenti pagine. Entrambi i libri sono editi dalla Conchiglia (ma di Munthe c’è anche una nuova edizione Garzanti: pagine 400, euro 13,50) che, nell’aprile di quest’anno, ha pubblicato Sull’autonomia di Anacapridi Enzo Di Tucci (pagine 92, euro 12,00), che tratta, «in una nuova prospettiva documentale e storiografica dell’origine del Comune di Anacapri», che risale al 1496, quando fu distaccato dal Comune di Capri.
Nell’ambito della storia dell’ospitalità, che inizia con l’imperatore Tiberio, la storia dell’industria turistica, con la grande trasformazione urbanistica e sociale ed il passare dal turismo di massa a quello globale, è delineata in
Capri in etichetta di Luciano Garofano, edito dalla Editoriale Scientifica (pagine 224, euro 22,00). In questo libro attraggono, in particolare, le cinquantatré pagine che riportano a colore le etichette che si incollavano sulle valigie, in «un’epoca in fondo non troppo lontana dalla nostra, ma profondamente diversa». La stessa editrice ha appena pubblicato, a cura di Ciro Sandomenico e Massimo Cerrotta, la prima traduzione in italiano di Raccolta finale di Norman Douglas (pagine 226, euro 16,00), uscito a Londra nel 1947. Come Friedrich Nietzsche in Ecce homo, Douglas si sofferma sulle diciassette opere che aveva fino a quel momento pubblicato, alcune delle quali direttamente o indirettamente trattano di Capri. Già quasi all’inizio del suo scrivere indica quali per lui sono i principali
protagonisti della storia isolana: l’imperatore Tiberio, che da Capri governò il mondo dal 26 al 37, e Prudenza Pisa, poi suor Serafina di Dio, vissuta nella sua Capri dal 1623 al 1699, anno della scomparsa. E questa, in un luogo dove non c’erano scuola di nessun genere, e quasi senza aiuti, si era formata da sé, aveva creato due comunità femminili, aveva costruito per queste due monasteri che si erano ampliati nel tempo, con la bella chiesa del Santissimo Salvatore a Capri e quella splendida di San Michele ad Anacapri. E che con i suoi scritti è in assoluto il primo scrittore caprese dell’età moderna e contemporanea. A diciannove donne che nel Novecento, per breve o lungo tempo sono apparse sul palcoscenico dell’isola di Capri, al quale si guarda da ogni parte del mondo, è dedicato il libro Le magiche donne di Capri, edito dalla Carthusia (pagine 48, euro 18,90). Ideato da Angelo Monti, architetto che vive ed opera a Como, presenta spunti biografici di Renato Esposito, albergatore e ricercatore di storia caprese, sulle tre donne isolane e le sedici non isolane che sono state scelte. Ognuna di queste è raffigurata da Angelo Monti in un particolare luogo dell’isola.
All’inizio di luglio Conchiglia ha pubblicato Ogni resistenza è vana. Francesi contro inglesi per la conquista di Capri (1806-1808) di Gabriele Della Morte (pagine 220, euro 18,00), che è docente di Diritto internazionale presso l’Università Cattolica di Milano e che si considera, «almeno in parte», cittadino di Anacapri, dove spesso soggiorna. Con grande precisione il libro ricostruisce ciò che aveva preceduto, ciò che avvenne e ciò che seguì alla presa di Capri, voluta da Gioacchino Murat, appena diventato re di Napoli, avvenuta nell’ottobre del 1808. E che dai francesi è stata ritenuta una straordinaria impresa militare, che è ricordata nella colonna di sinistra dell’Arco di Trionfo a Parigi. Purtroppo questa presa fu un gravissimo danno per la cultura dell’isola che era cattolicamente ispirata, avendo avuto, come immediata conseguenza, la soppressione della Certosa di San Giacomo, fondata nel 1334, e dei due monasteri di suor Serafina, fondati rispettivamente nel 1663 a Capri e nel 1683 ad Anacapri.