ItaliaOggi, 16 luglio 2021
Periscopio
L’accordo di Malta (settembre 2019) per la distribuzione dei migranti in Europa è stato un fallimento; riproporlo senza innovazioni sostanziose equivale a un insuccesso-bis. Dino Basili. Studi cattolici.
È meglio che sia Conte a guidare i Cinque Stelle? Per carità è ancora più pericoloso di Grillo che, almeno, ha una sua personalità malefica, è un Masaniello teatrale, egocentrico, egoista, incolto, ma l’altro è una nullità totale. Sergio Staino. (Paolo Bracalini), il Giornale.
Vorrei che i profughi non fossero come quel bengalese che usufruiva del contributo regionale per l’affitto mentre nella terra d’origine era proprietario di un’intera palazzina. Diamo aiuti per l’acquisto della prima casa e per l’inserimento lavorativo. Penso che sia giusto premiare chi viene a creare ricchezza, non a depredarla. Massimiliano Fedriga presidente della Regione Friuli e delle Regioni italiane (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Il garantismo cerca la verità, il giustizialismo cerca il colpevole. Il garantismo sta al giustizialismo come la democrazia sta alla dittatura. Dover spiegare questa differenza a un professore di giurisprudenza, divenuto presidente del Consiglio per caso, la dice lunga sullo stato della politica italiana. Ma pone seri dubbi anche sulla selezione dei docenti universitari. Combattere il giustizialismo è stata una delle ragioni per le quali siamo così fieri di avere mandato a casa Bonafede e Conte. Matteo Renzi, “Controcorrente”. Piemme.
Mi aspetto la ripresa solo dopo l’estate. È vero che già arrivano segnali incoraggianti dal mercato americano, asiatico e dall’Est Europa ma i Paesi Ue, assai importanti per l’export italiano, tardano a rialzarsi e in ogni caso i numeri pre-Covid sono ancora un ricordo lontano sia per quantità che per valore. Gianni Gallucci, imprenditore calzaturiero (Carlo Valentini). ItaliaOggi.
Di colpo il passaggio di testimone tra Parlamento e governi di alternanza s’impantana. Due, secondo me, le ragioni. L’incredibile maquillage dell’ex Pci che diventa un rassemblement di transfughi dai quattro venti e l’ingerenza sfrenata delle toghe nella politica. Giancarlo Perna: “Il Ring”. Guerini e Associati.
Se la Meloni non lancia una “fase due” del suo partito, allargandolo davvero ad esponenti della società civile (commis d’état, manager, magistrati, uomini di scienza e cultura ecc.) anche attraverso un Centro studi qualificato, non riuscirà a fare un salto di qualità nel grande palcoscenico internazionale, dove la presidenza dei Conservatori europei, che significa più Londra che Bruxelles è un passo non sufficiente agli occhi delle tre capitali che contano: Berlino, Parigi e, soprattutto, Washington. Luigi Bisignani. Il Tempo.
E poi davvero importante sapere di chi è il corpo che riposa nella tomba del Milite ignoto? Quel “Falling man” che si è gettato dal grattacielo in fiamme a NYC siamo noi tutti. È la figura retorica che con una parte indica il tutto. Lanciati a capofitto verso l’abisso, che sia perché il grattacielo sotto di noi è in fiamme e il mondo va in frantumi, che sia perché un virus letale ci mangia i polmoni, che sia perché è uscito il nostro numero alla Lotteria della Sfiga (estrazioni ogni giorno, migliaia i riluttanti prescelti) o semplicemente perché il nostro tempo è finito, a tutti noi tocca saltare per un ultimo volo. L’unica scelta che ci resta, proprio come accade al “Falling man”, è se conservare un minimo di compostezza, di accettazione del proprio destino, senza improvvisare ridicoli paracadute che comunque non potranno mai frenare la caduta. Maurizio Pilotti, Libertà.
Vorrei raccontarvi delle cene che il regista bolognese Paolo Muran ha organizzato a casa sua ad ogni partita dell’Italia. Fanno parte di un ciclo intitolato “Ci mangiamo l’avversario”. L’idea gli è venuta quando la Pallacanestro Virtus Bologna ha affrontato la Pallacanestro Olimpia Milano, nelle recente sfida scudetto. Muran invitò a casa alcuni amici e cucinò per loro una cotoletta alla milanese. Portò bene, così si decise di organizzare per gli Europei di calcio una serie di cene, servendo sempre agli amici un piatto tipico del Paese avversario.Contro la Turchia Muran ha servito un cous cous alla turca, a base di verdure: tre a zero. Contro la Svizzera, uno (o una?) Zürcher Geshnetzel con Rösti, che sarebbe poi uno spezzatino a base di funghi e vitello: tre a zero anche qui. Contro il Galles, Welsh Rarebit con Cheddar: uno a zero. Contro l’Austria, Heringsschmaus, che è intraducibile ma c’entrano le aringhe: due a uno ovviamente per noi. Contro il Belgio Moules et frites, che sarebbero poi le cozze con le patate fritte, ma i belgi sostengono che è un piatto tipico loro: comunque, anche qui due a uno per noi. E infine l’altro ieri, contro la Spagna, la vittoria ai rigori è stata accompagnata da una paella. Michele Brambilla. QN.
Non mi pare che dalla fusione Lega-FI possa nascere un partito liberale di massa. La Lega, di liberale, ha ben poco, ed è inevitabile che un eventuale nuovo partito assomigli più alla Lega che a Fi. Semmai, quel che la fusione potrebbe portare con sé è una maggiore accettazione della Lega in Europa, a sua volta favorita da un graduale incivilimento del linguaggio (e dei programmi) di Salvini. Luca Ricolfi, sociologo (Gabriele Barberis). il Giornale.
La sinistra si ritrova dentro un paradosso: «Una volta abbracciato l’individualismo globalista per cui ogni identità (quella di nazione, ma pure quella di classe ) va negata e decostruita, l’unico modo che resta per definire se stessi è quello di combattere chi invece le identità le difende. Per cui la sinistra si può costruire solo come comunità politica che rifiuta l`idea di comunità, ossia contro il nemico sovranista, fascista e razzista. L’identità degli anti-identitarii. Giovanni Orsina, (Paolo Bracalini), il Giornale.
L’empireo delle star assomiglia all’Olimpo: eternamente giovani, eternamente belli. L’esistenza è già così dura, spietata, molto spesso spiacevole, perché non cullarsi con la morfina di un mondo parallelo che non contempla vecchiaia, rughe e geloni? Per favore, lasciateci credere che Jodie Foster sia sempre quella del Silenzio degli innocenti, che Jane Fonda resti Barbarella, che Brad Pitt rimanga quello di Fight Club. Io pago il biglietto, non per vedere la realtà ma per infilarmi in un mondo di fantasia. Piero Degli Antoni. QN.
Ho poche frecce al mio arco ormai spezzato. Roberto Gervaso, scrittore.