Corriere della Sera, 15 luglio 2021
La ripresa mondiale a due velocità
Il mondo è sempre meno piatto. Una ragione forte per la quale un anno fa l’Europa ha deciso il Next Generation Eu è stata la preoccupazione che la ripresa economica post pandemia fosse eccessivamente disomogenea tra i 27 Paesi. Si scelse dunque di sostenere le economie ritenute più in difficoltà dal punto di vista sanitario e da quello finanziario. Divergenze, anche significative, rimarranno comunque, soprattutto sui tempi nei quali i Pil torneranno al livello di inizio 2020. Se queste differenze di velocità nel recupero sono vere per l’Unione europea, lo sono tanto più per il mondo intero: qualcuno sta già correndo, altri arrancano. Il risultato sarà una geo-economia globale post-Covid con differenze ancora maggiori rispetto al passato, sempre meno omogenea, con molti su e molti giù. L’Ocse ha prodotto previsioni su quando i Prodotti lordi nazionali torneranno al livello pre-pandemia. L’economia italiana avrà completamente recuperato quello che ha perso l’anno scorso dopo la metà del 2022 (come il Regno Unito): forse prima, dal momento che la ripresa in atto è più robusta del previsto. Tra le economie del G20, la Cina è stata la più rapida ad annullare l’effetto Covid-19: dopo la metà dell’anno scorso aveva già recuperato il terreno perso. La Turchia è tornata al livello di un anno prima verso la fine del 2020. Stati Uniti, Russia e Corea del Sud hanno passato il traguardo a metà 2021. Il Giappone segnerà il recupero alla fine del terzo trimestre di quest’anno. India e Indonesia dovrebbero iniziare il 2022 dal livello di Pil di fine 2019. L’Ocse prevede che la Germania recuperi alle fine di quest’anno, la Francia dopo il terzo trimestre del 2022, la Spagna dopo la metà del 2023. Tra i Paesi emergenti, l’Argentina è in crisi profonda e recupererà probabilmente non prima della metà del 2026, il Sudafrica alla fine del 2024, il Messico negli ultimi mesi del 2023. Le previsioni di crescita, sempre abbastanza incerte anche se effettuate da organismi internazionali di prestigio, oggi sono ancora meno solide del solito. La ripresa dipende molto dalle campagne di vaccinazione: finora, circa il 25% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose, una quota ancora bassa che crolla a poco più dell’1% nei Paesi a reddito più basso. Una pandemia come quella da Covid-19 non passa senza cambiare le dinamiche nel mondo. E senza provocare tensioni.