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 2021  luglio 15 Giovedì calendario

Alla Maturità uno studente su due non conosce l’italiano

Ora che i risultati Invalsi – seconda e quinta elementare, terza media, terza superiore, per l’Italiano, la Matematica, la lettura e l’ascolto dell’Inglese – si mostrano disastrosi così come i più accorti avevano compreso guardando ai primi studi all’estero, tutti si spingono a chiedere il ritorno degli studenti in presenza. A settembre. Ma la Dad – le due stagioni di scuola a singhiozzo, le connessioni e le lezioni faticose – sono state l’approdo terminale di una scuola già in grave deficit, il colpo più forte e speriamo non decisivo a un’istruzione maltrattata da tutti, gli stessi che oggi chiedono il rientro subito in classe (Maria Stella Gelmini, ex ministra dell’Istruzione, 8 miliardi di tagli). «Siamo molto preoccupati, serve un intervento politico straordinario», dice Anna Maria Ajello, presidente Invalsi che prima di auscultare la scuola con metodo statistico deve difendere questi benedetti test a ogni cambio di governo.
Ecco i risultati, in fila, che producono le reazioni. Scuola media, – 7 punti percentuali in Italiano rispetto al 2019. In Terza gli allievi al di sotto del livello minimo di conoscenza e comprensione sono il 39 per cento del totale, cinque punti in più di due stagioni fa. La coorte con risultati in Italiano “molto bassi” quadruplica. In Calabria il 55 per cento dei testati è sotto il livello di adeguatezza minimo. Nello sviluppo della Matematica è in forte difficoltà il 45 per cento degli studenti di Terza (+5 per cento rispetto all’anno scorso). In Sicilia, Sardegna e Calabria oltre sei alunni su dieci mostrano risultati pesanti nella disciplina scientifica. Il Meridione patisce di una vera e propria disuguaglianza educativa, ma nuovi problemi si scoprono in Liguria e in Toscana.
Le medie superiori, testate proprio tra chi stava per affrontare l’esame di Maturità, fanno comprendere che il ritardo educativo è un allarme “per il futuro del Paese” (parole di Roberto Ricci, lui dg di Invalsi). Sul piano nazionale l’arretramento in Italiano degli attuali maturati è di 10 punti percentuali, in Matematica di 9. Metà studenti diciannovenni del Paese (51 per cento) non raggiunge il livello tre di Matematica: la sufficienza, ecco. Chi non possiede il minimo di competenze, sempre in Italiano, passa dal 35 per cento del 2019 al 44 per cento di oggi. La quota cresce tra gli studenti socialmente svantaggiati. Le sole buone notizie sono: regge la scuola primaria, tengono le regioni Piemonte e Friuli, la provincia di Trento, énclave unica, migliora. E non peggioriamo troppo in Inglese, ma lì partiamo da livelli davvero bassi. Quarantamila “dispersi impliciti” escono dal ciclo scolastico con una preparazione non spendibile nel mondo del lavoro né all’università: «Molti si fermano tra il primo e il secondo anno dell’accademia per manifesta inadeguatezza», rivela la ministra Maria Cristina Messa. Patrizio Bianchi, responsabile dell’Istruzione, assicura: «In due anni assumeremo 140.000 docenti». I suoi sottosegretari – Lega e Cinque Stelle – litigano.