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 2021  luglio 15 Giovedì calendario

Periscopio

Una volta Tomaso Montanari disse di sé: «Sono antipatico e inopportuno». Come dargli torto? Luigi Mascheroni. il Giornale.

Rai: un’alternativa decente è la lottizzazione benfatta, nell’insieme e casella per casella. Dino Basili. Studi cattolici.

Gli inglesi avevano distribuito i biglietti in modo prepotente: novanta per cento a loro e il resto a noi, più o meno. Da giorni e giorni i loro giocatori, i loro politici, i loro tifosi vip e i loro giornalisti parlavano della finale come si parla di una formalità: da una parte loro, i maestri del football, e dunque predestinati; dall’altra gli orfanelli azzurri. Tutto era apparecchiato per la festa: e chi saranno mai questi italiani? E invece gli italiani non solo hanno vinto, ma hanno anche rovesciato tutti i luoghi comuni che da sempre pesano su di noi. Negli anni Sessanta e Settanta forse sì che si vinceva di furbizia, difendendo e colpendo in contropiede come predicava il grande Gianni Brera. Ma adesso il nostro gioco è stato limpido, forte e leale. Michele Brambilla. QN.

Il giustizialismo è una piaga italiana. Ma non è mica una scoperta che ho fatto ora, vent`anni fa feci una striscia per il Corriere della Sera dove ironizzavo sulla frase pronunciata da Piercamillo Davigo, quando disse che la magistratura era «l’unico corpo sano dello Stato italiano». Io risposi che queste erano dichiarazioni da militari prima del golpe. Sergio Staino, vignettista di sinistra. (Paolo Bracalini), il Giornale.

Che la maggioranza degli italiani torni a fidarsi dei partiti dopo anni di "vaffa" è un miracolo prodotto da tre anni di governi Cinque Stelle, che alla fine hanno aperto gli occhi un po’ a tutti. Certo, Draghi ha completato l’opera, ma il grosso del lavoro pro-partiti tradizionali l’avevano fatto i disastri dei grillini, dal reddito di cittadinanza allo sprofondamento di Roma sotto il regno di Virginia Raggi. Luca Ricolfi, sociologo (Gabriele Barberis). il Giornale.


Renzi aveva portato il Pd al successo alle Europee e poi aveva messo la sua camicia al partito, una camicia meno di sinistra e vincente. Ma è stato un successo passeggero. Il partito è tornato a essere quello che era, un contenitore senza contenuti, francamente dal punto di vista politico un luogo poco interessante. Edoardo Novelli, sociologo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Repubblicani e socialdemocratici sono indefinibili. Potrebbero rappresentare qualsiasi partito (a eccezione di La Malfa che appartiene al partito di La Malfa) e ad eccezione anche di Susanna Agnelli. Con un sorriso alla Nefertiti e un paio di pantaloni di gran classe, trascorre leggera tracciando, fra le deputatesse, una palpabile scia di invidia. Noto tre neoelette -inclusa una giovialona comunista che sfumacchia la pipa (ma sarà richiamata dal partito)- che, da come l’osservano, stanno sicuramente chiedendosi: «Chi diavolo sarà quel sarto che riesce a fare simili pantaloni?». Guglielmo Zucconi: “La paga del deputato”. Rusconi editore, 1978.

La diplomazia vaticana non spiega gli accordi segreti raggiunti di recente con la Cina perché l’unità della Chiesa è un bene superiore al diritto di parola riconosciuto al governo di Pechino nella scelta dei vescovi. È senso di realismo. Del resto fino al Concilio Vaticano II esisteva il padroado, il patronato, un privilegio accordato dalla Santa Sede al re del Portogallo a partire dal XV secolo, poi esteso anche al re della Spagna, in virtù del quale erano i due sovrani a nominare vescovi e parroci. Rino Passigato, 77 anni, già nunzio apostolico. Stefano Lorenzetto. l’Arena.

I sindaci sapevano di essere la Cenerentola della politica, ma il casus belli che ha fatto dire in coro ora basta, dal fiorentino Dario Nardella al milanese Beppe Sala, è stato il caso di Crema. Un bimbo si ferisce ad una mano nel cardine di una porta a scuola e la sindaca Stefania Bonaldi finisce sotto processo. E da lì la reazione collettiva: calpestano la nostra dignità. E si sentono sempre sotto il tiro dei cecchini della Giustizia civile e penale. Difficile dare torto a questi Giordano Bruno post moderni, eternamente sul rogo di enormi responsabilità, stipendi bassini e continui tagli alle risorse. Beppe Boni. Qn.

Puntuali erano le rimostranze degli onorevoli per un articolo sgradito e le reazioni piccate dei cronisti. Non di rado, incrociandosi in Transatlantico, era un manrovescio a chiudere il battibecco. Niente di drammatico. Solo schiettezza di rapporti tra politica e stampa, con vantaggio per la libertà di quest’ultima. Adesso, le querele le fanno pecore e buoi, senza neanche la fatica di chiedere una rettifica, puntando solo ai soldi. I tribunali, lungi dall’arginare la deriva, favoriscono l’andazzo irrogando multe demenziali. I giudici, d’altronde, sono i primi beneficiari della corsa alle querele poiché ne fanno tante e le vincono tutte. Un gioco da ragazzi, essendo un loro collega a giudicare la faccenda. Giancarlo Perna: “Il Ring. Cinquant’anni di risse tra i Poteri””. Guerini e Associati.

Vennero altre guerre, poi Sabra e Chatila, la follia omicida del terrorismo palestinese in più declinazioni e sotto diverse bandiere e modalità, comprese quelle suicide, la rivolta popolare dell’Intifada, la brutale repressione a fucilate e braccia spaccate. Venne un altro Muro, che fa impallidire quello di Berlino, reso inutile dai missili di Saddam, poi da quelli di Hamas lanciati da Gaza. Si è perso il conto delle occasioni di pace perdute. Maurizio Pilotti. Libertà.

Lungo i ponti di Zurigo qualcuno pazientemente pesca. Davanti alla gelateria Marinello un ragazzino gira in bicicletta indossando un paio di immacolati calzoni bianchi, mentre nei magazzini dei vicini antiquari le pendole antiche (custodi del tempo) sembrano vivere di vita propria. Un volantino verde, malamente affisso a una grondaia, invita a sorridere più spesso. Poco distante, tre elegantissime dame giapponesi chiedono a un passante di scattar loro una foto davanti a un vecchio palazzo color ocra, scelto da un nostalgico libraio per proporre in vetrina vecchie cartoline in bianco e nero e spartiti delle canzoni di John Cage. Nicola Lecca (Studi Cattolici).

Si presentò alla Personnini smorto come un cadavere pronto per la bara. Andrea Vitali: “Nessuno scrive al Federale”. Garzanti. 2020.

Mia moglie non sopporta che io parli di lei. E io ne parlo apposta. Roberto Gervaso, scrittore.