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 2021  luglio 14 Mercoledì calendario

L’inflazione Usa supera il 5 per cento

MILANO – La corsa dell’inflazione negli Stati Uniti accelera nel mese di giugno e il dato sul carovita più alto delle attese fa sbandare Wall Street a dispetto dei positivi risultati annunciati da colossi come Jp Morgan e Goldman Sachs.
I prezzi al consumo del mese scorso sono saliti dello 0,9% rispetto allo scorso maggio e del 5,4% su giugno 2020, superando le stime degli analisti che ipotizzavano un incremento del 4,9% rispetto all’anno dello scoppio della Pandemia. Quella di giugno è inoltre la crescita maggiore dell’inflazione dal 2008 ad oggi, ovvero dai tempi della bolla dei subprime che ha portato al fallimento della Lehman Brothers. Senza contare che lo scorso maggio i prezzi negli Usa erano già saliti del 5%, ma ora dopo il nuovo balzo di giugno gli investitori, gli economisti e i politici si interrogano se il rapido impennarsi dell’inflazione, drogata dalle politiche fiscali e monetarie per sostenere la ripresa, sia destinato a durare.
Nelle scorse settimane la Fed aveva definito la crescita dell’inflazione Usa come un fenomeno «transitorio» che quindi verosimilmente sarebbe svanito con la progressiva riapertura dopo il lockdown, e anche la Casa Bianca pareva condividere questa lettura. Ma dopo la nuova impennata di giugno, che riporta gli Usa ai tempi precedenti lo scoppio della crisi finanziaria del 2008, alcuni investitori iniziano a temere che l’inflazione sarà una fastidiosa conseguenza con cui convivere per tutto il 2021. L’attesa è tutta per oggi quando parlerà al Congesso il presidente della Fed Jerome Powell e qualcuno già scommette che potrebbe annunciare un cambio della politica monetaria Usa.
Va detto che molti degli aumenti che compongono l’indice dei prezzi riguardano categorie che hanno sofferto nel 2020 per la pandemia. L’inflazione core, ovvero al netto di beni energetici e alimentari, è salita del 4,5%, dopo il +3,8% di maggio e oltre il +4% che era nelle stime. Colpa dei prezzi per auto e camion usati (+10,5% rispetto al mese precedente), che ha pesato per un terzo sull’aumento dell’indice generale. Anche i prezzi delle tariffe aeree, degli hotel, dell’intrattenimento e dell’abbigliamento sono saliti molto a giugno. «Le due componenti che avevano comportato il forte incremento di maggio, ovvero auto e camion usati, trasporti e tariffe aeree – spiega Antonio Cesarano, Chief Global Strategy di Intermonte – hanno continuato a pesare anche a giugno. La novità è rappresentata dall’incremento più accentuato degli affitti, che con qualche mese di ritardo stanno iniziando a risentire del forte aumento dei prezzi delle case dei mesi scorsi». Una tendenza che si riflette nell’andamento della curva dei rendimenti dei T bond, che nel breve termine scontano un possibile aumento dei tassi nel 2022. Nel lungo termine però il carovita rischia di penalizzare i salari e rallentare i consumi, e il Pil facendo scendere di nuovo la curva dei tassi. Il mercato azionario resta sostenuto sia dalla liquidità che dalla stagione dei risultati che ieri è iniziata alla grande con i dati oltre le attese di Jp Morgan (+155% l’utile netto del seconto trimestre) e Goldman Sachs. Anche il colosso mondiale del risparmio gestito BlackRock – che oggi dovrebbe annunciare risultati positivi – stima che nel 2021 le azioni restino un investimento più interessante dei bond.