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 2021  luglio 14 Mercoledì calendario

Intervista a James Taylor

«Il Papa sta bene? Sono preoccupato per lui perché è una gran persona e il mondo ne ha bisogno». James Taylor, uno dei cantautori più importanti al mondo ha a cuore il Santo Padre e quasi non inizia la conversazione senza sincerarsi sulla sua salute. L’autore di alcune delle canzoni pop folk più popolari degli ultimi 50 anni sarà in Italia per cinque date con partenza a Torino il 22 febbraio 2022. L’ultima fatica discografica è stata Over The Rainbow – The American Standard EP, con tre classici come Over The Rainbow, I’ve Grown Accustomed To Her Face e Never Never Land. A 72 anni Taylor ha il primo posto fra i 10 cantanti più pagati nel 2021 con un fatturato stimato di 96 milioni dollari.Lei sarà uno dei primi artisti americani che si esibirà in Europa dopo la pandemia.«Siamo tutti eccitati, è passato un anno e mezzo da quando abbiamo suonato l’ultima volta. In 60 anni di attività non sono mai stato fermo per così tanto tempo. Inizieremo fra tre settimane in America e con Steve Gadd, Jimmy Johnson, Larry Goldings e altri amici andremo “on and off” sino a dicembre. Poi verremo in Europa, suonare per gli italiani è una delle ragioni per cui torno speso in Europa».Cosa ascolteremo?«Lo decideremo nei prossimi mesi ma sono così tante, non posso non fare Mexico, Fire and Rain, You’ve Got a Friend. C’è sempre una lotta fra le canzoni che la gente ama e quelle più recenti».Perché le è venuta voglia di ri-incidere alcuni standard americani?«Li ascoltavo quando ho iniziato a suonare la chitarra. Avevo dieci anni e quelle canzoni mi parlano di quella che considero la summa della pop music. Gli anni ’30, ’40 e ’50 hanno creato la musica più sofisticata di sempre, il pinnacolo della pop music ed è giusto celebrarla».Cosa pensa del cantautorato di questi anni?«Diventa sempre più semplice, basato sul suono e sul groove e su semplici messaggi lirici. Canzoni perfette per le suonerie dei telefoni. È quello che succede nella cultura moderna. L’attenzione è sempre più breve e tutto deve essere veloce, colpirti e attirare l’attenzione prima che tu venga distratto».All’inizio della pandemia ha donato un milione di dollari alla causa anti Covid; Illustri colleghi come Eric Clapton e Van Morrison hanno sostenuto le teorie No-Vax. Per loro la pandemia non esiste.«Non li capisco. Ci sono persone che dicono che il mondo è piatto e ce ne sono più adesso di quante ce ne fossero 20 anni fa. C’è anche chi non crede nel disastro climatico… eppure».Il disco “Blue” di Joni Mitchell ha appena compiuto 50 anni e lei ne fu la spina dorsale.«Molta gente mi chiede di quelle canzoni, un bel periodo della mia vita. Io e Joni abbiamo passato un anno insieme per quel disco e 50 anni dopo mi rendo conto che fu un tempo speciale».Le hanno mai proposto di fare un musical sulla sua carriera?«Sì, ci stiamo lavorando. Non sarà un biopic come quella di Carole King basato sul suo modo di scrivere canzoni. Il mio dovrebbe essere qualcosa di nuovo». —