ItaliaOggi, 13 luglio 2021
Scoperto il bacillo della peste in uomo di 5 mila anni fa
Un ceppo del batterio che è all’origine della peste è stato ritrovato nel denti di un cacciatore preistorico, morto all’incirca 5 mila anni fa. Una squadra internazionale di ricercatori guidata da scienziati tedeschi, ha ritrovato tracce di Dna del batterio della peste nella mascella dell’uomo ritrovato in Lettonia, a Rinnukalns. L’uomo era deceduto dopo aver contratto la peste e secondo i ricercatori è la vittima più antica di questa malattia a leggere lo studio su questa scoperta pubblicato sulla rivista scientifica Cell Report. La peste potrebbe essere stata la causa del declino del neolitico.
All’origine di questo studio c’è un cranio esumato nel 1875 da un archeologo per passione e poi inviato, con altri resti di un adolescente ritrovati nello stesso luogo al medico tedesco Rudolf Virchow che ha fondato la società berlinese di antropologia. Lo scienziato pubblica una prima descrizione nel 1977 e poi questi resti spariscono insieme al creanio per riapparire anni dopo, nel 2011, in occasione dell’inventario della collazione Virchow. E’ stato allora che i reperti archeologici sono stati esaminati con tecnologie che all’epoca non esistevano. E grzie al carbonio 14 si è potuti arrivare a stabilire la datazione del cranio sostenendo che il cacciatore era vissuto in un’epoca compresa fra 5.300 e 5mila anni fa. il neolitico nella regione del mondo dove è stato ritrovato il cranio è cominciato duemila anni fa. L’uomo faceva parte di una comunità abbastanza stanziale. Ed è stato proprio per conoscere meglio a quale popolazione apparteneva il cacciatore che i ricecatori hanno effettuato l’analisi del Dna arrivando a una scoperta del tutto inattesa. il bacillo della peste.