Il Sole 24 Ore, 13 luglio 2021
Macchinari, la Cina sorpassa la Germania
È un sorpasso che colpisce la Germania nel suo amor proprio: l’anno scorso la Cina l’ha superata come primo esportatore mondiale di macchinari e attrezzature. Tocca alla Federazione tedesca degli ingegneri prendere atto di quanto già da tempo serpeggiava tra i bollettini del ministero del Commercio cinese. Nel 2020 le esportazioni di macchinari dalla Cina hanno raggiunto i 195 miliardi di dollari contro i 165 dei tedeschi, totalizzando il 15,8% del Commercio estero cinese.
Nel 2019, il vantaggio della Germania sulla Cina era ancora di 1,4 punti percentuali. Poi, il Covid-19, la ripresa di Pechino in tempi più rapidi mentre l’Europa continuava ad arrancare. Il Paese resta il mercato di esportazione primario per l’industria tedesca dei beni strumentali ed è anche la seconda destinazione per gli investimenti esteri, dietro gli Stati Uniti. C’è ancora un notevole potenziale per l’ingegneria meccanica tedesca sul mercato cinese, in particolare nell’automazione e nella digitalizzazione.
Ma l’analisi è più complessa. «Dobbiamo migliorare la nostra competitività», è il mea culpa di Ulrich Ackermann, direttore del dipartimento del Commercio estero di VDMA (Verband Deutscher Maschinen und Anlagenbau), l’Associazione dell’industria metalmeccanica tedesca – «da un lato, il Governo di Pechino sta investendo ingenti risorse nella ricerca e nello sviluppo, a vantaggio non solo delle aziende cinesi, ma anche delle aziende europee orientate all’esportazione, d’altra parte la politica cinese sta intervenendo sempre più sul mercato, ad esempio attraverso offerte di finanziamento vantaggiose o accessi ristretti alle gare d’appalto governative».
La Cina punta al dominio tecnologico in vari settori industriali entro il 2035 nella produzione intelligente e nella robotica o nella tecnologia agricola. Si spiegano così anche tante M&A che hanno fatto discutere, come la cessione dei robot di Kuka alla cinese Midea pochi anni fa. Per l’ingegneria meccanica e impiantistica in Germania e in Europa, la Cina è sia un’opportunità che una minaccia. Però ha scoperto l’importanza della standardizzazione e sta cercando di aumentare la sua influenza non solo negli organismi internazionali di standardizzazione, ma affidandosi sempre più agli standard industriali locali.
«La Cina ha scoperto l’importanza della normazione e sta cercando di aumentare la sua influenza non solo negli organismi internazionali di normazione. – conferma Ulrich Ackermann. Certo, è ancora indietro rispetto ai suoi concorrenti internazionali in molti settori. Nella Repubblica Popolare cinese, ad esempio, vengono utilizzati in media solo 187 robot industriali ogni 10mila dipendenti. Negli USA i robot industriali sono 228, in Germania 346, in Corea del Sud 868 e a Singapore 918».
L’autarchia tecnologica crea ulteriori sfide, anche tecnologiche, nell’ingegneria meccanica. La fame della Cina di macchinari e attrezzature affidabili, efficienti dal punto di vista energetico e più collegati in rete è grande, e la Germania è favorita. «Tuttavia, non va dimenticato che la Cina, nella sua ricerca dell’autosufficienza tecnologica – dice Ackermann-, sta influenzando sempre più le condizioni quadro, gli sviluppi tecnologici e persino i singoli segmenti di mercato, che pongono ulteriori sfide per le nostre medie imprese ora e in futuro. Bisognerebbe che l’Europa ripartisse, ma la tendenza a lungo termine favorisce chiaramente la Cina. Il protezionismo non serve a vincere questa sfida, bisogna aumentare la competitività».