il Giornale, 13 luglio 2021
Alla scoperta dell’auto più cara del mondo (una Bugatti)
In Francia, nella regione dell’Alsazia, a Molsheim, si trova la fabbrica delle Bugatti, una location meravigliosa, magica ed esclusiva. Entrarci è un privilegio per pochi. L’accesso è consentito ai clienti e ad altri pochi fortunati. In questo luogo si respira l’aria di una particolare alchimia fatta di tradizione, tecnologia, passione e di lavanda che colora diversi spazi della proprietà.
Qui, ai primi del 900 si trasferì monsieur Ettore Isidoro Arco Bugatti, pardon, il signor Bugatti (perché nato a Milano il 15 settembre del 1881) insieme alla sua famiglia. In quegli anni, in questi spazi, c’era la villa, Chateau St. Jean, due stalle, Remise Nord e Remise Sud, e una serra, l’Orangerie. Oggi, tutti quei manufatti ci sono ancora, sono stati tutti restaurati da quando la proprietà di Bugatti (il Gruppo Volkswagen) riportò qui la produzione al termine della parentesi industriale di Campogalliano.
A quelle costruzioni fu aggiunta una struttura che è quella dove vengono assemblate le vetture. Ad attenderci nella Remise Sud, l’Atelier, Frank Heyl, capo del design, dietro di lui, la Voiture Noire un omaggio voluto dal presidente Stephan Winkelmann, alla Type 57 SC Atlantic, creata da Jean, figlio maggiore di Ettore e di cui nel tempo si sono perse le tracce. Atlantic, realizzata in 4 esemplari, incarnava le massime espressioni di eleganza e raffinatezza; la Voiture Noire a queste qualità aggiunge la velocità, la tecnologia e l’esclusività. Un esemplare unico dal prezzo di circa 11 milioni di euro più balzelli statali.
Heyl parla del suo lavoro e dell’aiuto che dà ai clienti nel creare vetture taylor made. Passiamo in rassegna le nappe, l’Alcantara, apriamo i cassetti alla scoperta della fibra di carbonio e di altri materiali pregiati che possono servire per dare vita agli interni.
Per i colori della carrozzeria la tavolozza da cui attingere è infinita. Unica condizione è che la tinta passi tutti i severissimi test di qualità.
È l’ora di pranzo, dalla porta in fondo alla stanza un elegantissimo maître ci invita ad accomodarci: a tavola vengono serviti piatti della cucina italiana. Il tempo è tiranno, la nostra visita deve continuare, ci dirigiamo alla Remise Nord. All’interno, ecco un piccolo museo: tra le vetture realizzate da Bugatti ne spicca una a propulsione elettrica che il Maestro usava per muoversi nello stabilimento. Di gran fascino due Veyron, di cui una Vitesse, e una Type 35 in scala ridotta, realizzata per il figlio Roland in occasione del quarto compleanno. Sulla parete il disegno di un elefante in equilibrio su una palla: rappresenta potenza e agilità, caratteristiche fondamentali di ognuna delle auto prodotte. È l’ora del tè e veniamo invitati a passare qualche minuto nell’Orangerie.
In questa serra, dotata di un complesso sistema di climatizzazione e di vele per la protezione dal sole, Bugatti, da buon italiano, custodiva agrumi e basilico, che non potevano mai mancare in cucina.
Prima di procedere verso la produzione, visitiamo quella che una volta era Casa Bugatti, mentre oggi ospita gli uffici della presidenza e i locali per l’accoglienza dei clienti: Chateau St. Jean. Riproduzioni in scala di vetture di ieri e di oggi, su un muro un disegno a mano libera dei modelli più iconici che sovrastano l’onnipresente elefantino equilibrista. Inaspettatamente fa il suo ingresso il padrone di casa: il presidente Winkelmann, il manager che negli ultimi anni ha saputo trasformare Bugatti, ampliando la gamma dei prodotti, quasi raddoppiando la produzione e consolidando i fatturati.
Ultimo scrigno da aprire è quella della produzione. Lo spazio permette la lavorazione, in simultanea, di 12 vetture. Sei mesi di lavoro per un team di 20 persone prima di affidare il modello a un collaudatore.
Al rientro apprendiamo che il futuro della leggendaria Bugatti sarà elettrico. C’è l’accordo con Mate Rimac, il visionario croato ribattezzato «l’Elon Musk dei Balcani». Nella nuova società, Porsche (Volkswagen) avrà il 45%. Orgogliosi di aver conosciuto da vicino e guidato la vera ultima Bugatti.