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 2021  luglio 12 Lunedì calendario

I conti in tasca a Roberto Mancini

La sua classe immensa sui campi di calcio e la sua grandezza come allenatore – soprattutto ora che ha vinto l’Europeo – li conoscono in tutto il mondo. Le sue alterne fortune nel mondo degli affari, invece, le cronache le trascurano. Forse è giusto così perché Roberto Mancini – ambasciatore Unicef dal 2014, testimonial ricercatissimo, tra gli altri, dalla Regione Marche, Poste Italiane, Lidl, Paul & Shark, Richard Mille – sa far navigare il suo credo calcistico molto meglio di quanto riesca nel periglioso mare degli affari. Chissà come saliranno le sue “azioni” ora che ha portato l’Italia alla vittoria dell’Europeo di calcio, battendo l’Inghilterra nello stadio di Wembley.

L’inizio in barca
Fiume di denaro, il format multimediale del Sole 24 Ore, racconta la vita fuori dal campo del commissario tecnico della nazionale, partendo dalla sua partecipazione in Kifaru srl, attualmente in liquidazione. La società, costituita a Firenze il 24 novembre 2008 con un capitale sociale di 20mila euro, costruiva barche da diporto e sportive. Il suo ultimo bilancio è di fine 2011 e faceva segnare 0 ricavi ed una perdita di 327.450 euro. 
Mancini, che aveva versato 5mila euro nel capitale, nell’elenco dei soci depositato il 27 giugno 2013, risultava aver già venduto la sua quota a Faliero Sarti.

Nelle assicurazioni
Prima di questa esperienza, Mancini è stato socio di Ma.Ma sas di Santoro Aldo & c., una società genovese di assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione, che ha chiuso i battenti l’11 dicembre 1995.
Il ct è stato socio accomandante anche di “Mancini promotion di A. Mancini & c. Sas”, anch’essa società genovese impegnata in attività professionali, scientifiche e tecniche. Ha cessato di esistere il 18 novembre 1994.

L’ex calciatore che ha fatto sognare l’Italia è stato socio unico di Mates srl attualmente in liquidazione. Mancini aveva investito 20mila euro in un’impresa, registrata nella Camera di commercio di Roma, che noleggiava imbarcazioni da diporto. Inclusi i pedalò. Ha chiuso il bilancio con 0 euro e una perdita di 223mila euro.

Esperienze al termine
Mancini è stato socio unico e amministratore unico dal 13 maggio 2009 all’11 gennaio 2012 di Zucca srl, una società di Verona che affitta immobili. Ora il 100% è di Francesca De Giorgis e l’amministratore unico è Riccardo Prisciantelli.
Non è finita qui. Il commissario tecnico che ha cambiato volto alla nazionale italiana è stato presidente dal 28 agosto 1996 al 7 maggio 2001 di M&M trading company, srl di Genova attiva nel commercio all’ingrosso di pelli e cuoio, cancellata dal 6 maggio 2002.

Top Ten, srl anch’essa di Genova, specializzata nei servizi degli istituti di bellezza, ha visto Mancini consigliere dal 6 giugno 1994 al 14 luglio 2000. Anche questa società è stata cancellata il 16 gennaio 2001 dal registro delle imprese.

Amore Lazio
Mancini, dopo Bologna e Sampdoria, ha giocato nella Lazio dal 1997 al 2000, prima di chiudere la carriera al Leicester City. Alla Lazio, che ha poi allenato dal 2002 al 2004, è rimasto molto legato. Ne è stato consigliere dall’8 gennaio 2003 al 3 dicembre 2003 e ne è azionista, con 10 quote.
Il calcio è comunque presente nella vita del “Mancio” anche grazie alla scuola calcio “Us Junior Jesina L. scuola calcio Roberto Mancini” di Jesi (Ancona), sua città natale. 

Non va dimenticato, infine, il suo contratto con la Nazionale, la ci prima scadenza era a fine 2022 e in base al quale guadagna due milioni di euro netti all’anno. Quest’anno ha rinnovato il contratto fino al 2026 e il suo ingaggio dovrebbe aggirarsi intorno ai tre milioni di euro netti all’anno, che fanno di Mancini il commissario tecnico più pagato della storia dell’Italia dopo Antonio Conte (che percepiva 4,5 milioni annui).

Passione mattone
Ciò che resta in piedi delle avventure di Mancini è Immobiliare 2014 srl, che ha sede a Roma in Via del Babuino. Pieno centro storico, con sbocco in quella Piazza del Popolo che i tifosi italiani hanno riempito festosi nel corso dell’Europeo. Costituita il 18 maggio 2001 con un capitale di 10.200 euro, affitta immobili. 
Il conto economico pone in evidenza che la società nell’esercizio 2020 ha realizzato un fatturato di 192 mila euro, mantenendosi pressappoco sui livelli raggiunti nell’esercizio precedente. Lo stesso bilancio si è chiuso con una perdita di 125mila euro, peggiorando ulteriormente l’assetto finanziario aziendale (nel 2019 la perdita è stata di 131mila euro). 

Il cash-flow generato nel corso dell’esercizio è positivo per 38mila euro. L’analisi di bilancio evidenzia una situazione finanziaria piuttosto “impegnata”, con tensioni nella liquidità. Gli indici di liquidità e di disponibilità appaiono ridotti, fino a denotare squilibri finanziari a breve termine. Pertanto, la gestione ricorre in misura massiccia al capitale di terzi, come viene confermato dall’indice di indebitamento pari a 7,96. Gli oneri finanziari incidono sul fatturato per il 2,08%. L’incidenza del risultato d’esercizio rispetto al fatturato è passata dal -68,23% del 2019 al -65,10% del 2020. L’indice di redditività del capitale proprio (Roe) evidenzia un miglioramento (-35,20% nel 2019 e -32,40% nel 2020).

Il triennio
Dall’analisi dei bilanci 2018, 2019 e 2020, emerge che il totale attivo dello stato patrimoniale a fine 2020 ammonta a quasi 3,5 milioni (- 2,30% rispetto all’esercizio precedente). Alla stessa data l’attivo patrimoniale presenta un capitale circolante di 51mila euro (+27,50%) e un capitale immobilizzato di quasi 3,5 milioni (-2,64% sull’esercizio precedente). 
Il passivo evidenzia invece un patrimonio netto di 389mila euro (+1,57% sull’esercizio precedente) e un totale delle esposizioni debitorie di tre milioni (-2,76%), di cui i debiti a breve termine rappresentano il 6,62%. Nel corso del triennio esaminato la struttura patrimoniale ha registrato una variazione complessiva del -9,24%.