Corriere della Sera, 12 luglio 2021
Nonno e nipote, un laurea per due
All’università si era iscritto più di mezzo secolo fa, facoltà di fisica, ma poi aveva lasciato perdere. Eppure quel percorso interrotto è sempre stato un chiodo fisso per Fernando Cecchini: «Era come se mi mancasse qualcosa e quel traguardo mancato è rimasto il mio sogno» dice ora che, alla vigilia dei 78 anni, dottore è diventato davvero con la laurea triennale in sociologia all’ateneo di Roma Tre.
Una gioia che ha condiviso con suo nipote Matteo, 21 anni, che ha discusso la tesi ad appena 24 ore di distanza. «Abbiamo festeggiato insieme – racconta il settantenne romano – con una serata in famiglia e una bella torta. Matteo, che è uno statistico appassionato e si è laureato alla Sapienza, ora proseguirà con la specialistica sempre nello stesso campo. E anche io, arrivato a questo punto, non ho intenzione di fermarmi: voglio iscrivermi a un master in criminologia del lavoro per capire meglio le dinamiche del mobbing».
Dai professori non ho avuto sconti e con gli altri allievi è stato divertente interagire. Ho scoperto una bella generazione di giovani: la paura del futuro è evidente, ma sono motivati e generosi
È questo, infatti, il settore che lo impegna a tempo pieno da ormai più di vent’anni. «Ho iniziato come perito chimico industriale per grandi aziende e poi sono diventato responsabile di microelettronica – ricorda —. A un certo punto della mia carriera, però, tutto è cambiato: dopo l’acquisizione da parte di un gruppo internazionale, sono stato trasferito in un’altra città e messo da parte. Mi hanno fatto capire in tutti i modi che non c’era più posto per me e nel 2000 sono stato definitivamente licenziato. Potevo andare in pensione, ma ho deciso di lottare». La causa in tribunale – pioneristica al tempo – si chiude con un accordo, ma tutta l’esperienza acquisita «sul campo» non può andare persa: «Al sindacato Cisl mi hanno convinto a dare vita a un servizio per aiutare gli altri lavoratori vittime di mobbing». È così che è nato lo «sportello mobbing» e, poi anche una proposta di legge sul benessere lavorativo per la Regione Lazio di cui è uno degli estensori.
Lavoravo per un gruppo internazio-nale, mi hanno messo da parte e poi licenziato: ho lottato in tribunale e la Cisl mi ha convinto a dare vita a un servizio per aiutare gli altri lavoratori
Un impegno sempre in prima linea che nel 2014 è stato premiato dall’allora capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che lo ha nominato «cavaliere al merito della Repubblica». «Un titolo pieno di significato e che mi riempie di orgoglio: finché vivrò, continuerò a fare mie le battaglie dei lavoratori. Ma l’idea della laurea continuava a frullare nella mia testa...».
Il riconoscimento
Il direttore del dipartimento: lo studio a qualunque età è opportunità di crescita
Un giorno, davanti al suo sportello si è presentata una studentessa di sociologia di Roma Tre «ed è parlando con lei che quella passione per lo studio è tornata ad accendersi. Mi ha detto che non era troppo tardi per rimettermi sui libri e mi ha accompagnato in ateneo, anche in segreteria. E così decisi finalmente di riprovarci».
Stavolta la laurea è arrivata velocemente, nei tre anni regolari, con una tesi (ovviamente sul mobbing) che alla fine gli ha regalato un bel 100. «I miei neuroni – scherza – non sono più quelli dei vent’anni: ho meno capacità mnemonica ma ancora tanta passione, quella che mi spingeva a tornare a casa in motorino anche alle dieci di sera per seguire le lezioni. Dai professori non ho avuto sconti e con gli altri allievi è stato divertente interagire. Ho scoperto una bella generazione di giovani: la paura del futuro è evidente (e direi anche giustificata), ma sono ragazzi motivati e generosi».
Il coronavirus ha provato a rallentare la sua corsa, ma Cecchini non si è lasciato scoraggiare: «Mi è mancata la vita dell’ateneo, il rapporto con i docenti e i compagni di corso, ma alla fine devo ammettere che anche con la Dad si studia bene».
«Il traguardo del dottor Cecchini è un modo di ribadire che lo studio, a qualunque età, è opportunità di crescita professionale e di emancipazione personale» dice Massimiliano Fiorucci, direttore del dipartimento di Scienze della formazione di Roma Tre. E Cecchini annuisce: «La mia storia può spronare tanti altri ad avere coraggio, ad andare avanti e a migliorarsi» dice. Lui, intanto, già pensa alla prossima tappa, il master. «Ma prima festeggio anche con gli amici con una bella passeggiata in bici, al tramonto, sui Fori Imperiali».