La Stampa, 12 luglio 2021
Rai, Di Bella in pole per il Tg1
All’indomani del grande sconcerto, in Rai regna l’attesa, tipica condizione che a viale Mazzini porta molto bene. In fondo dicono gli attendisti, si conoscono solo tre consiglieri su sette e chissà con quale tipo di maggioranza il Presidente designato, Marinella Soldi, otterrà, se li otterrà, i due terzi dei voti che gli occorrono in Vigilanza. Il predecessore dovette faticare per ben due votazioni. Anche l’amministratore delegato annunciato dal premier Draghi, Carlo Fuortes, deve essere indicato dall’assemblea dei soci e poi votato dal Cda. Di mezzo c’è l’estate e dopo, soprattutto, le amministrative di ottobre che certamente cambieranno gli equilibri di forze. Dunque per mettere mano ai tg e alle reti che hanno alcuni mandati in scadenza, bisognerà vedere se a vincere saranno coloro che temono l’esito delle urne e che dunque spingono per i cambiamenti immediati, oppure chi già pregusta la vittoria e dunque spinge per la rivoluzione d’ottobre. Fratelli d’Italia e Pd sono tra questi ultimi, i pentastellati invece no.Un toto-nomi verosimile è stato fatto già a pochi minuti dall’annuncio a sorpresa del premier Draghi e regge oltre il fine settimana. Sulla graticola del chi scende c’è Carboni, il direttore del Tg1, in calo perché legato al M5S, anche se, avendo perso l’ad, il Movimento potrebbe provare a tenerselo. Salgono i nomi più trasversali che sono quelli di Simona Sala, che i Cinquestelle potrebbero pure gradire ancorché in comproprietà con Pd. C’è Antonio Di Bella, fino alla scorsa settimana in corsa per diventare presidente di garanzia e che potrebbe chiudere con la poltrona del Tg1, la sua carriera in dirittura pensione. Il Tg2 è riserva del sovranista Gennaro Sangiuliano, molto legato a Salvini e che adesso sembra cercare un riposizionamento con FdI. Bisogna vedere se la Meloni lo accoglierà o se cercherà un suo candidato. Il Tg3 è nelle mani di Mario Orfeo in grande crescita, perché ha fatto molto bene e perché ha rapporti con gli stessi mondi di Fuortes. A ragione potrebbe veder concretizzata l’ambizione di dirigere Rai1. Raisport e Tgr, oltre al Tg2, sono a tutt’oggi campo leghista. In discesa le quotazioni di Bulbarelli attualmente a Raisport. In grande auge la direttore di Rai Cultura Silvia Calandrelli che ha sempre seguito l’Opera di Roma dove Fuortes è stato leader indiscusso. Per lei si potrebbe aprire la via di una direzione generale, quella oggi occupata da Matassino, se questi dovesse andare via, o un altro incarico di pari valore. E se al Presidente designato dovessero servire altri voti per ottenere il quorum in cda e se per questo si dovesse rivolgere a Fi, a quel punto i forzisti potrebbero chiedere qualcosa in cambio. Salirebbero allora le chance di Antonio Preziosi, attuale direttore di Rai Parlamento per ricoprire altro ruolo.In questo scenario sono pochissimi i nomi delle donne. Mettendo mano alle reti, un bilanciamento andrebbe fatto a tutti i costi perché così vorrebbe il premier che infatti si è regolato di conseguenza.Oggi in calendario c’è l’assemblea dei soci che approva il Bilancio e propone formalmente il nome dell’ad. Mercoledì il voto di Camera e Senato per i quattro consiglieri di loro competenza